Ragione e Mistero: il lascito di Raimondo di Sangro

 

Ragione e Mistero: il lascito di Raimondo di Sangro

La Pudicizia, Antonio Corradini

Martedì 16 novembre ha avuto luogo nel suggestivo sfondo della Cappella Sansevero la seconda giornata del convegno Ragione e Mistero, in commemorazione dei trecento anni dalla nascita di Raimondo di Sangro, VII Principe di Sansevero

La seconda giornata del convegno ha visto la partecipazione di numerosi esperti dell'arte e della storia del XVIII secolo, nel tentativo di svelare i numerosi simbolismi e messaggi nascosti tra le mura della straordinaria Cappella Sansevero, monumento celebrativo voluto dal Principe di Sangro in memoria di sé stesso e della sua famiglia. Ad aprire la discussione, la relazione della professoressa Rosanna Cioffi, professore di Metodologia della ricerca storico-artistica presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, che ha illustrato la ricca simbologia legata alla collezione di statue presenti nella cappella, concepite dal Principe come allegoria delle qualità umane: Decoro, Liberalità, Sincerità, Dominio di se stessi. Sempre presente, e non soltanto nella celebre statua del Cristo velato, l'elemento del velo, legato alla tradizione massonica e analogia della sapienza nascosta ed intangibile a chi non è iniziato i suoi misteri. La seconda relazione della giornata, ad opera del professore Vincenzo Pacelli, professore di Storia dell'Arte moderna presso L'Università degli Studi di Napoli Federico II, ha ruotato attorno alla collaborazione ed amicizia del Principe con l'artista Francesco Celebrano, autore di gran parte delle statue e del maestoso altare della cappella, esponente della neonata scuola naturalista. Sul discorso sulle opere pittoriche della cappella, si inserisce la relazione successiva della dottoressa Angela Cerasuolo, membro della Sopraintendenza speciale per il Polo Museale di Napoli, che ha illustrato le recenti analisi sulle opere pittoriche commissionate dal principe, in particolare la celebre Madonna con Bambino. Noto Alchimista, Raimondo di Sangro sperimentò a lungo alla ricerca di nuove tecniche pittoriche, riscoprendo la tecnica dell'encausticatura, già conosciuta in epoca romana ma della quale si era persa memoria. Passando con il suo intervento dalla pittura all'architettura, il professore Sergio Attanasio, dell'Università degli Studi Federico II, ha dimostrato come la cappella e l'adiacente palazzo familiare dei di Sangro presentassero elementi caratteristici tipi dell'architettura europea fiamminga, e quindi molto originali e singolari nel contesto del barocco napoletano. Gli interventi successivi, ad opera di Giuseppina Zampella, della Sopraintendenza speciale per il Polo Museale di Napoli e di Vincenzo Cocco, professore asociato di Filosofia della storia presso l'Università degli Studi di Salerno, hanno invece ruotato attorno alla figura morale e intellettuale del Principe, dimostrando il suo forte attaccamento ai principi umanistici trasmessigli dall'illustre nonno Paolo di Sangro e la sua strenua difesa della sua opera letteraria, la Lettera Apologetica, vista come esempio di eccellenza della produzione intellettuale della nobiltà napoletana, ambiente all'epoca considerato come rozzo ed incolto. In seguito, il dottore Gennaro Rispoli, eminente primario di chirurgia presso l'Ospedale Gli Incurabili di Napoli, ha avuto il piacere di mostrare i risultati della prima analisi autorizzata delle celebri macchine anatomiche del Principe, affascinanti opere di ingegneria e manifattura scientifica, che il dottor Rispoli non ha esistato a definire antesignane delle odierne analisi mediche tridimensionali. Testimonianze dell'ingegno e della curiosità scientifica di Raimondo di Sangro, confermate ulteriormente dalla relazione successiva di Fabrizio Masucci, consigliere d'amminstrazione del Museo Cappella Sansevero, che ha svelato diverse documentazioni a conferma delle celebri leggende secondo le quali il principe sarebbe riuscito, con mezzi alchemici e meccanici, a riprodurre il famoso miracolo dell'ampolla contenente il sangue di San Gennaro. A conslusione del convegno, l'intervento di Lucio Tufano, dottore di ricerca in Filologia musicale presso l'Università di Pavia, che ha rivelato il lato poco conosciuto di mecenate e cultore musicale del principe, nonchè dei suoi stretti rapporti con molti esponenti di spicco della drammaturgia napoletana. Il suo intervento ha anche fatto da apertura al successivo concerto di musica da camera, tenutosi nell'evocativa cornice della cappella della famiglia Sansevero.

Aniello Fioccola, Michele Trocchia

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