Rito e Mito del profeta

 

Rito e Mito del profeta

Jean-Pierre Dozon

Valerio Petrarca: “Rileggere Max Weber per comprendere figure come il mago, lo stregone e il profeta”

Palazzo del Mediterraneo, 27 maggio – Rientrano nel ciclo di seminari del dottorato in Africanistica, l’intervento di Jean-Pierre Dozon, docente all’École des Hautes Études en Sciences Sociale di Parigi e quello di Valerio Petrarca della Federico II. Le riflessioni sul profetismo africano non hanno mancato di destare interesse e gli interventi dei professori Ercolessi e Triulzi hanno ulteriormente arricchito il dibattito.
“Ogni volta che riflettiamo sui movimenti religiosi in Africa – spiega Dozon – dobbiamo preliminarmente ricordare la suddivisone di questo grande continente in un’area prevalentemente musulmana, e cioè il Maghreb ed altri paesi, ed una a prevalenza cristiana, e cioè l’Africa subsahariana e in particolare il Congo e la Costa d’Avorio. Il mio intervento odierno riguarderà il muridismo, un movimento profetico di matrice islamica nato in Senegal e da lì diffusosi in tutto il mondo in seguito alla diaspora africana. Caratteristica di questo movimento è la santificazione del lavoro cosa che ha permesso un progresso economico nei paesi in cui si è diffuso”.
Del profetismo cristiano avrebbe dovuto invece occuparsi Petrarca, che decide però di ridimensionare il suo intervento per lasciare più spazio al collega francese, concentrandosi sulla definizione della figura del profeta e del suo ruolo in Africa. Il profeta non è innanzitutto necessariamente il detentore di una profezia. “Le caratteristiche comuni ai profeti africani sono la parola delegata e la parola autorizzata. Nessuno dei profeti parla in nome suo (parola delegata), e tutti hanno ricevuto autorità di parlare da una dimensione altra (parola autorizzata): hanno cioè incontrato la divinità o il santo in sogno o in visione”.
Il profeta può non essere creduto. Ma se ottiene un consensus prima o poi ci sarà l’incontro/scontro con l’autorità costituita, sia essa civile o religiosa. Il profeta svolge in Africa un ruolo a volte determinante nella costituzione della società, laddove l’organizzazione sociale è spesso deficitaria o latitante. Una questione a lungo dibattuta è se i profeti esistessero in Africa già prima delle religioni missionarie. Non è possibile dare una risposta certa a questa domanda, ma di sicuro la figura profetica accompagna da sempre il colonialismo in tutti i continenti: “Il profeta rappresenta oggi il creatore di grandi sistemi in cui c’è una parte del mondo occidentale una parte di quello africano, mette insomma insieme due mondi”.
Il muridismo, nello specifico, riunisce circa un terzo dei senegalesi, in particolare di etnia wolof. Si tratta si un movimento sufista, iniziato da Bamba alla fine del IXX secolo. Questo predicatore diventa il punto di riferimento per aspirazioni che possono apparire politiche, segnate da forme di malcontento in parte preesistenti alla venuta dei francesi, ma che poi sembrano concentrarsi proprio contro di essi: ecco perché Bamba viene esiliato, ma quando si comprende che il suo insegnamento non ha un contenuto politico viene perfino decorato con la Legion d'Onore. In sintesi, quindi, lo scontro con l’autorità civile è diventato incontro.

Concetta Carotenuto

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