Roberto Ciotti e il blues: connubio indissolubile fin dai '70

 

Roberto Ciotti e il blues: connubio indissolubile fin dai '70

Roberto Ciotti durante il concerto del 24 marzo a Procida

Un autore di straordinario spessore per una serata organizzata dall'Orientale di Napoli

In occasione delle giornate di studio “Dieci azioni massmediali per salvare il pianeta”, l’Università degli studi di Napoli ha ospitato Roberto Ciotti, autorevole bluesman italiano, per una indimenticabile serata live nella suggestiva cornice del porto di Procida. Ciotti ha regalato al pubblico alcuni dei suoi brani più celebri tratti dai diversi dischi pubblicati in più di trent’anni di carriera. “Brani che hanno accompagnato le notti di innumerevoli uomini svegli e in viaggio, e di donne in attesa. O viceversa, se si vuole”, ha detto il professore Alberto Manco introducendo Ciotti al pubblico che riempiva il locale.
Due ore di blues e magia: una voce calda, profonda, avvolgente come un manto ovattato ha deliziato i fortunatissimi presenti anche con brani inediti. Tra tutti, particolarmente intriso di emozioni Stanotte Roma e poi ancora personalissime rivisitazioni dei più grandi successi blues e assoli da brividi. Un connubio, quello tra Ciotti e la sua chitarra, perfetto, autentico, intimo. Carisma e complicità tra voce e strumento hanno dato luogo ad una music-session estremamente intensa e di qualità con uno squisito gusto retrò.
La sua passione per il blues è stata un vero e proprio colpo di fulmine scoppiato ai tempi del liceo ascoltando in radio alcuni successi rock blues come Hey Joe di Jimi Hendrix, artista assolutamente carismatico che ha ispirato Ciotti fin dai primissimi tempi.
“All’inizio era dura fare musica blues in Italia” – racconta il musicista romano – “la gente tendeva a stranirsi nei confronti di questo tipo di sound. Pian piano però il genere blues ha cominciato a farsi strada per poi affermarsi definitivamente nella nostra cultura, fino ad influenzare altri nuovi generi più recenti”. E continua: “Dopo tante esperienze e tanti assoli di chitarra, tra cui i concerti con Bob Marley e il tour americano con Ginger Backer sono arrivato a scrivere la mia musica originale lasciando libera la mia melodia con una base blues” – spiega Ciotti – “amo le canzoni di Jimi Hendrix e amo la mia città, Roma. Anche se mi ha dato dei limiti e delle grosse difficoltà nella mia crescita artistica, ho un forte legame con la città dove sono nato e dove vivo. Viaggiare mi ha aiutato molto per crescere e conoscere il mondo, per ispirarmi e per aprire la mia anima alla musica ma le origini sono importanti e non bisogna rinnegarle”. E sicuramente il viaggio è un tema molto presente nel DNA musicale di questo artista, che non ha mai rinunciato alla sua posizione appartata: “Con la mia musica intendo comunicare il modo un po’ particolare con cui di solito osservo il mondo: mi piace stare un po' ai margini, comportarmi da osservatore solitario entrando in connessione col mondo circostante senza appartenere a nessun luogo in particolare. Il blues è un sentimento universale che abbraccia i problemi dell'individuo in generale e non di un popolo in particolare. Lo strumento, in questo meccanismo, per me è tutto, la chitarra è un prolungamento della mia personalità e del mio corpo. I musicisti che amo - racconta Ciotti - appartengono ad un 'altra epoca. Oggi ascolto le novità proposte e rispondo con la mia musica”.
Dopo aver pubblicato nel 2010 un album di inediti intitolato troubles & dreams, Roberto Ciotti è già al lavoro per un nuovo progetto. I brani sono già pronti.
Ai tanti giovani artisti che cercano di emergere nel mondo della musica, Ciotti lancia un messaggio in cui non manca un preciso tono di amarezza: “Molti amano il blues e la buona musica ma poi sono costretti a fare delle scelte di scarsa qualità per poter emergere. Mi dispiace per coloro che non hanno la forza di portare avanti le loro idee e i loro sogni”.

Raffaella Sbrescia

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