Sara Tedesco: laureanda in Lingue e Culture Comparate ed un grande amore per il cinese, scoperto grazie all’Orientale

 

Sara Tedesco: laureanda in Lingue e Culture Comparate ed un grande amore per il cinese, scoperto grazie all’Orientale

Sara Tedesco

"L'Orientale? Ottima università, didatticamente molto valida. Offre la possibilità di sperimentare da vicino le realtà studiate con viaggi, stage e tandem linguistici. E poi insegna ad essere flessibili e autonomi"

Sara Tedesco, lei a breve concluderà il primo ciclo di formazione universitaria. In cosa si sta laureando?

"Sì, a luglio mi laureo in Lingue e Culture Comparate. È un corso offerto dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e prevede due curricula: uno letterario, l’altro storico-culturale. Io ho scelto quest'ultimo perché mi dava la possibilità di studiare l’inglese ed il cinese e le relative letterature e culture."      

Come mai ha scelto di studiare la lingua cinese?             

"Alle scuole superiori avevo studiato l'inglese, il francese e lo spagnolo con la convinzione che un giorno avrei fatto qualcosa in questo ambito. Al momento dell'iscrizione all'università, meditai per un mesetto sulla scelta delle lingue e decisi di voler accettare una sfida con me stessa optando per una lingua non europea, con una grammatica e una struttura totalmente lontane dalla nostra. Quella del cinese poi è stata una scelta un po’ alla cieca, non sapendo a cosa andassi incontro. A farmi propendere per questa lingua orientale fu anche con la consapevolezze che la Cina è un paese oramai così vicino a noi, la cui potenza economica cresce giorno dopo giorno."     

Il suo rapporto con la lingua cinese sembra nato per caso.

"La passione per tutti gli aspetti che riguardano la lingua e la cultura cinese non è nata molto tempo fa, onestamente è arrivata dopo l'iscrizione. Seguendo i corsi, studiando giorno dopo giorno, questa passione è cresciuta e continua a crescere, anche perché prima di iniziare questo percorso, sapevo, come probabilmente molti, poco o niente riguardo questo paese, se non luoghi comuni. Ora, invece, capisco che c'è da imparare così tanto e sempre qualcosa di nuovo da conoscere, negli ambiti più svariati, avendo la Cina una cultura vastissima."

Come mai ha deciso di studiare cinese all'Orientale?

"Essendo di Napoli quella dell'Orientale mi è sembrata la scelta più intelligente nonché l’unica possibile. L'Orientale è la più antica scuola orientalistica europea con una tradizione consolidata nello studio delle lingue asiatiche – a parte l’ampia offerta di lingue occidentali – e gode di un’ottima reputazione a livello internazionale. Ho pensato che sarebbe stata la scelta giusta per me."

È mai stata in Cina? Se sì, dove di preciso e per quanto tempo?

"Sì, sono stata in Cina, precisamente a Shanghai. Ho frequentato per un semestre la Shanghai International Studies University, una delle migliori università della Cina. La preparazione che offre è davvero molto vasta: tra gli insegnamenti dell’offerta didattica ci sono lettura e scrittura, grammatica, parlato e ascolto. Le professoresse durante le lezioni raccontano aneddoti interessantissimi e dispensano consigli rendendo l’apprendimento molto più divertente e approfondito; inoltre sono molto disponibili anche fuori dall'ambito universitario. L’Università di Shanghai è convenzionata con l'Istituto Confucio, istituito a Napoli da L’Orientale, che offre la possibilità anche a persone non iscritte ad alcun corso di laurea offerto dall’ateneo di apprendere il cinese attraverso seminari per le certificazioni di lingua, di cucina, di taijiquan, di calligrafia, che è una delle arti più importanti in Cina, e tanti altri."

Cos'è che l'ha più colpita durante il suo viaggio in Cina?

"Ad avermi colpito sono state tante cose: in primis la cultura, le abitudini, i cibi che sono diversissimi da quelli che ci offrono i ristoranti cinesi in Italia, salvo poche eccezioni. Mi ha colpito lo stile di vita condotto dai cinesi, infatti amavo particolarmente andare al parco poiché una semplice passeggiata si trasformava in un vero e proprio tuffo nel loro mondo: a partire dal taijiquan, dalle danze, al favorire circolazione ed equilibrio battendo le mani e camminando all'indietro, cose che qui possiamo solo immaginare! Altra cosa importante è stata quella di avere la possibilità di ammirare dal vivo opere, resti, ceramiche che prima avevo visto solo nei libri e visitare luoghi che un tempo ospitarono grandi autori. Tutto questo cambia il proprio sapere, è una specie di approfondimento che vale davvero la pena fare."

Cosa consiglia a chi si appresta ad iscriversi al suo corso di laurea e ad intraprendere lo studio del cinese?

"A chi lo sceglie consiglierei di mettersi con tanta passione e tanta pazienza ma assicuro che la fatica sarà ampiamente ricompensata. La cultura cinese è molto lontana dalla nostra, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto linguistico. È indubbiamente difficile imparare il cinese ma tutto ha una propria logica, basta entrare nel meccanismo e anche se dovessero presentarsi degli ostacoli l’importante è non arrendersi mai. Nulla è impossibile e, soprattutto, a mio avviso, l'inizio è difficile, poi la strada è tutta in discesa."

Dopo la sua esperienza, consiglierebbe L'Orientale?     

"Assolutamente sì. È un’ottima università, didatticamente molto valida. Inoltre offre la possibilità di sperimentare e vivere in maniera ravvicinata le realtà studiate organizzando viaggi, stage e tandem linguistici ma soprattutto insegna ad essere flessibili e autonomi."

Chiara Pasquinucci

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