Scrittura e Halakhah: partito il Convegno

 

Scrittura e Halakhah: partito il Convegno

Immagine tratta dalla locandina dell'evento

Organizzato dal Centro Studi Ebraici dell’Università “L’Orientale”, dall’Università Federico II, dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salerno e dall’Associazione “Oltre il chiostro”

L’obiettivo principale di quelle che si preannunciano come giornate intense di attenzione sul tema del Convegno è aprire una discussione sui molteplici approcci alla legge nel mondo ebraico, questione attorno alla quale gravitano problematiche varie che richiedono un’integrazione di competenze spesso distanti e che questo incontro ha cercato di mettere insieme.

Il termine halakhah significa cammino, procedura, e dunque indica le norme di diritto che si sono formate nel corso dei secoli come frutto di un dibattito molto intenso. Il punto decisivo è il rapporto tra la Torah, la legge scritta, e la sua interpretazione per ottenere una normativa applicabile a fattispecie non presenti nel testo sacro.
Nel corso dell’intera giornata, tra la sede dell’Orientale delle Mura Greche e il complesso monumentale di Santa Maria La Nova, si sono succeduti gli interventi di studiosi provenienti da ambiti di studio diversi. In mattinata la professoressa Miriam Pucci Ben Zeev ha parlato dell’influenza di elementi ellenistici nel contesto ebraico in campo linguistico (più di mille vocaboli del mondo greco entrano in quello ebraico), sociale, militare e architettonico. Il professore Giancarlo Lacerenza ha tenuto una lezione sulla scrittura ebraica antica, sottolineando quanto la scelta del tipo di scrittura fosse legata all’autorità del testo e soffermandosi sulla scrittura dei nomi divini. Il professore Francesco Lucrezi si è concentrato invece su un romanzo biografico dell’antichità, La vita di Mosè di Filone d’Alessandria, in cui vi è una tematizzazione dei confini giuridici della Torah. Il professore Luigi Cirillo ha delineato, con grande precisione, il lungo processo di integrazione dei gentili, attraverso il dibattito tra Pietro, Paolo di Tarso e Giacomo, fratello di Gesù. Il professore Pasquale Giustiniani, dopo aver descritto la situazione della regione romana africana, ha messo in risalto i luoghi dell’opera di Agostino (Contro i Giudei e Contro l’avversario della legge e dei profeti) in cui si dà una riflessione sulla legge ebraica e cristiana.
Nel pomeriggio il primo a prendere la parola è stato il professore Lucio Troiani con un intervento su Flavio Giuseppe, secondo il quale il diritto ebraico deve rapportarsi a criteri di natura etica che trascendono i particolarismi. Successivamente Dorota Hartman ha illustrato alcuni ritrovamenti di Yadin in una grotta nel lato nord del Mar Morto, dove si rifugiarono gli ebrei al tempo della rivolta di Bar Kochbà e dove, in particolare, è stato rinvenuto un archivio di testi legali appartenuti a Babata. Luca Arcari si è soffermato sulla questione dei matrimoni misti nel giudaismo del secondo tempio attraverso le testimonianze di Qumran e degli Pseudoepigrafi. Hanno chiuso la giornata di studi gli interventi di Michele Ciccarelli sul peccato di apostasia nell’Epistola agli ebrei e nella Mišnah, di Luciano Tagliacozzo sul trattato Eduyoth della Mišnah e di Shalom Babbout sulla halakhan nel periodo degli asmonei.

Aniello Fioccola, MIchele Trocchia

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