Serena Guarracino e Manuela Coppola, ospiti al Primo Salone Mediterraneo del Libro al Vulcano Buono

 

Serena Guarracino e Manuela Coppola, ospiti al Primo Salone Mediterraneo del Libro al Vulcano Buono

Un momento della presentazione

Un viaggio nel panorama della letteratura anglofona offerto da Guarracino e Coppola, autrici rispettivamente di La primadonna all’Opera (144 pag., 12 €) e L’isola madre (184 pag., 14€), editi da Tangram Edizioni Scientifiche

In occasione del Primo Salone Mediterraneo del Libro, ospitato al Vulcano Buono dal 5 al 13 febbraio, Serena Guarracino e Manuela Coppola hanno presentato gli ultimi lavori e studi sui personaggi femminili che cospargono il firmamento della letteratura anglofona postcoloniale.
A presentare le due giovani autrici sono state Oriana Palusci, docente di Lingua e Linguistica Inglese, nonché di Letterature Anglo-Americane, e Marina De Chiara, docente di Letteratura e Lingua Inglese presso L’Università L’Orientale.

L’isola madre, il primo dei due volumi presentati, è una approfondita analisi dei lavori di Jean Rhys e Jamaica Kincaid, autrici caraibiche contemporanee. Coppola parla di “un’ottica eurocentrica”, in cui le due scrittrici sono cresciute ed hanno operato, subendo un inevitabile spaesamento e un allontanamento dalla propria patria. Analizzati peculiarmente, sono i rapporti intessuti con le madri dai personaggi che prendono vita nei loro testi, mettendo a confronto i diversi rilievi che questi possono subire: da una parte un rapporto idilliaco, la “madre paradiso-giardino”, come definita da Marina De Chiara; dall’altra ricorre il topos letterario tipicamente postcoloniale della madre assassina e traditrice. Eccolo il parallelismo tra patria e maternità espresso nel titolo dell’opera critica: ancora una volta la propria origine, il terreno fertile da cui si è preso vita può diventare nostalgicamente un terreno che si rifiuta per il proprio avvenire, ma di cui non si può non tener conto per studiare i propri comportamenti.

Nella seconda parte dell’evento, Oriana Palusci ha introdotto Serena Guarracino, che ha presentato la sua opera, decisamente originale e che fornisce molti nuovi spunti per l’indagine dei personaggi femminili nella letteratura anglofona.
Il punto di partenza nella riflessione della Guarracino è la mancanza di una tradizione lirica (e quindi di personaggi determinanti) nel contesto inglese, mentre in quasi tutta l’Europa del secolo delle Rivoluzioni si sono avuti grandi personaggi, quali Verdi, Bizet o Wagner. In tutte le opere, però, la primadonna assume un carattere di forte esoticità; questa sua “lontananza” da schemi e usi convenzionali propri della cultura in cui è recepita fa sì che possa ricoprire ruoli anche marginali e scomodi, che però vengono rivalutati per forza e anticonformismo, specie nell’ambito degli studi femministi.

Il lavoro svolto dalle due studiose è il risultato non solo delle loro lunghe e fruttuose analisi, ma anche, come ha ricordato la stessa Oriana Palusci, del lavoro nell’ambito degli Studi di Genere che continua ancor oggi e che fu iniziato negli Anni Settanta da Lidia Curti, cui è andato un profondo ringraziamento per l’incoraggiamento e il sostegno da sempre apportati nell’Università L’Orientale.

Claudia Di Perna

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