Tutti i colori di Genova

 

Tutti i colori di Genova

Eric Joszef (Fonte: http://www.initalia.rai.it/ospiti.asp?persId=24)

Eric Jozsef, corrispondente dall’Italia per Libération, è stato ospite dell’Orientale per presentare il documentario Gene(s)rations sui fatti di Genova 2001
 

Eric Jozsef è un giornalista francese corrispondente dall’Italia per il quotidiano Libération e per Le Temps di Ginevra. Martedì 30 novembre Jozsef è stato ospite presso la sede di palazzo Mediterraneo dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale per la presentazione del film-documentario Gene(s)rations, di cui è autore, riguardante i fatti di Genova 2001 ai quali il giornalista francese partecipò come inviato. Il documentario, della durata di poco più di 60 minuti, è strutturato sulla base di cinque interviste, fatte successivamente agli avvenimenti del G8, a cinque persone direttamente coinvolte in quei tragici eventi. Le cinque testimonianze segnano le tappe di un percorso fatto di colori, immagini e parole attraverso quella che è stata l’esperienza di Genova: la prima intervista, fatta all’interno della cabina di un treno, è rivolta ad una militante francese membro del Pink Bloc, gruppo pacifista e Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) che deriva da quello che è stato il movimento Hippie, ed i cui membri utilizzano il colore rosa come segno identificativo durante le manifestazioni; la seconda intervista, fatta sempre all’interno di un treno, è invece ad un giovane militante italiano che partecipò alle proteste con le tute bianche/disobbedienti, il quale racconta brevemente la sua esperienza dalla Dichiarazione di Guerra Contro i Potenti dell’Ingiustizia e della Miseria pronunciata dal portavoce del movimento Luca Casarini a Genova nel maggio 2001, fino alla tragedia di piazza Alimonda; la terza testimonianza è invece quella di Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo ucciso il 20 luglio durante i disordini nella succitata piazza Alimonda; la quarta, è un intervista al giornalista inglese Mark Covell, in quei giorni corrispondente da Genova per Indymedia, che venne immotivatamente percosso quasi a morte da agenti in tenuta antisommossa a pochi metri dalla scuola Diaz, lo stesso luogo in cui si svolge l’intervista; l’ultima testimonianza infine è quella di una ragazza vittima della violentissima azione compiuta durante la notte dalle forze di polizia proprio alla scuola Diaz.

Durante le varie interviste viene posta una particolare attenzione alle tonalità di colore che, a seconda del soggetto, assumono delle predominanti particolari (per i Black Bloc, il nero; per le Tute bianche, il bianco; per il Pink Bloc, il rosa). Questa scelta stilistica sta anche a ricordare i colori del movimento che scese in piazza a Genova, un movimento che non si riconosceva più nella bandiera rossa dell’ideologia marxista-leninista degli anni Settanta bensì rappresentava qualcosa di nuovo, nato ufficialmente a Seattle nel 1999 e derivato dall’esperienza dei centri sociali e degli squat degli anni Novanta. Un movimento fatto di colori, musica e gioia che intendeva prendere simbolicamente d’assalto i potenti del G8 con scudi di plexiglas, caschi da lavoro ed armature di cartone, un armamentario adatto a resistere al massimo ad una carica di alleggerimento ma non ad una vera e propria guerra.  

A Genova, spiega Jozsef, i patti non vennero rispettati e la comunicazione tra manifestanti e forze dell’ordine si interruppe bruscamente facendo precipitare tutti nel caos. I vari cortei, ed in particolar modo quello delle tute bianche, avrebbero dovuto seguire un percorso prestabilito fino al limite della zona rossa dove, si sarebbe simbolicamente violata una prima barricata d’ingresso alla zona del G8. Purtroppo quella mattina il percorso dei manifestanti venne trovato bloccato da container portati lì durante la notte, ed ogni tipo di comunicazione con le forze dell’ordine fu bruscamente interrotta, in quel momento la confusione fu totale, le tute bianche decisero di proseguire comunque verso la zona rossa scegliendo un percorso alternativo mentre la città veniva devastata da gruppi di presunti Black Bloc senza che le forze dell’ordine, nonostante le segnalazioni, intervenissero a fermarli. Chi era a difesa della zona rossa intanto aveva ricevuto carta bianca per tenere lontani i manifestanti.

Eric Jozsef, che continua a seguire con attenzione gli sviluppi dei fatti legati a Genova 2001, ha avuto modo di soffermarsi, successivamente alla proiezione del documentario, su quelle che sono state le dinamiche comunicative alla base di quegli avvenimenti, rispondendo alle domande fatte da studenti e docenti, e facendo sicuramente un po’ di luce su alcuni aspetti ancora oscuri di un avvenimento che ha lasciato una macchia indelebile sulla storia d’Italia.

Con l'auspicio che gli studenti, e non solo loro, possano riflettere sul fatto che mai la violenza paga, quale che sia la parte in cui si sta.

Davide Aliberti

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