Valori e disvalori: dialogo per una comparazione tra le differenze

 

Valori e disvalori: dialogo per una comparazione tra le differenze

Venerdì 10 giugno, presso la sede della Fondazione Forum Universale delle Culture, Massimo Cacciari ha discusso con il pubblico napoletano in un incontro intitolato "Tirannia dei valori o dialogo tra le culture?": il Web Magazine dell’Orientale non poteva mancare

Quello delle diversità culturali è un tema attuale e coinvolgente; è necessario discutere, capire e conoscere: non è semplice, ma neanche impossibile.

Con questa considerazione ha avuto inizio l’intervento di Massimo Cacciari – filosofo, politico e professore di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – che ha sottolineato la complessità del concetto di Valore, ai giorni nostri così tanto adoperato ma non sempre realmente capito.

In che modo dovremmo accostarci a tale concetto senza essere travolti dalla sua caratteristica e continua trasformazione?

Noi tutti siamo abituati a relazionarci ai valori attraverso l’utilizzo di immagini come scale e categorie: ognuno pensa un valore superiore o inferiore ad un altro, ognuno costruisce la propria scala di valori che difficilmente potrà corrispondere con precisione a quella di un altro individuo.

Da qui è già evidente una certa componente relativistica; la stessa che viene poi ampiamente alimentata da una competizione e da un conflitto che risultano praticamente inevitabili quando si intende affermare un valore e, dunque, un disvalore.

Il risultato apparentemente sembra chiaro: si giunge ad un relatività dei valori la quale, si fa portatrice e testimone di interpretazioni sempre più soggettive che prendono il posto dei vecchi e fermi valori, che da ora sono dunque scambiabili.

L’unico valore stabile, metro comune che determina uno scambiarsi continuo degli altri valori divenuti ormai tutti uguali, è il Denaro. Sarà facile ormai riuscire ad interpretare l’idea della tirannia dei valori; l’infelice riferimento al mondo dell’economia e del commercio testimonia l’altrettanto infelice destino che sembra essere riservato ai valori dell’umanità: divenire merce di scambio gestita da interessi legati sempre più ad una quantità e non più ad una qualità.

Descritta questa gelida prospettiva, Cacciari ha espresso la sua fiducia per una possibile alternativa. L’uomo è alla continua ricerca di forme del suo vivere: è necessario ricercare tali forme evitando di aggredire coloro i quali configurano la propria vita in forme (e dunque valori) diverse dalle nostre. Posso continuare ad affermare i miei valori senza essere tiranno? Il valore vuole valere e in questo senso è chiaro che la prospettiva relativistica non è sostenibile.

Eppure Cacciari annuncia che bisogna fare tesoro delle differenze, perché è proprio grazie a queste che ci sarà possibile arrivare ad una pacificazione senza rinunciare all’affermazione dei nostri valori.

Alle differenze è infatti possibile rispondere con il conflitto, è vero, ma anche con la comparazione. Mettere insieme mediante il linguaggio; il dialogo può divenire comparativistico e portare così ad una reciproca conoscenza.

Con questa esperienza dell’altro otterrò una responsabilità tale da rendermi paradossalmente consapevole che in realtà mai mi sarà possibile conoscerlo fino in fondo: conoscendo il suo valore mi sentirò responsabile di non poterlo condividere perché mi è impossibile poter guardare il mondo con i suoi occhi.

In altre parole: il dialogo e il continuo approssimarmi all’altro e ai suoi valori – diversi dai miei – mi consentiranno di conoscere, da un lato la sua diversità e, dall’altro il mio limite nel poter condividere ciò in cui lui crede: mi sentirò responsabile e tale responsabilità mi consentirà di accostarmi sempre più all’altro da me, e senza saperlo io avrò continuato ad affermare il mio valore non più nel nome del conflitto, ma nel nome della comparazione.

Lorena Jessica Alfieri

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