Verso Oriente – Tendenze Orientaliste e arte russa fra Otto e Novecento

 

Verso Oriente – Tendenze Orientaliste e arte russa fra Otto e Novecento

Un convegno internazionale mostra la posizione della Russia a cavallo fra Oriente e Occidente

 

 

Il 12 dicembre al primo piano di Palazzo S. Maria Porta Coeli si è svolta la prima delle due giornate di studio intitolate “Verso Oriente” dedicate all’arte russa fra Ottocento e Novecento. A organizzare l’evento sono stati il Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale, il Dottorato in Culture dell’Europa Orientale, il Dipartimento di Studi Asiatici, la Facoltà di Lettere e Filosofia in collaborazione con l’Istituto di Storia dell’Arte di Mosca, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e l’Institut of Modern Russian Culture di Los Angeles.

La giornata, che ha visto la partecipazione di studiosi russi e italiani di rilievo internazionale, ha preso in esame i legami esistenti tra le tendenze orientaliste e l’arte russa nel periodo fra Otto e Novecento.

Dopo i saluti del professor Lapo Sestan, direttore del Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale, è iniziata la prima metà della giornata dal titolo che ha parlato della Russia nei termini di “Un paese di frontiera tra Oriente e Occidente”. A dare la cifra dell’incontro è stato l’intervento iniziale di Aldo Ferrari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia intitolato “Vie dell’Orientalismo Russo fra Oriente e Occidente”. Partendo da una critica del discorso orientalista nella formulazione di Edward Said Ferrari mostra il posto particolare avuto dall’Impero Russo nei rapporti tra Europa e Oriente grazie alla sua posizione culturale e geografica a cavallo tra i continenti europeo e asiatico. Tale caratteristica, come mostra nel suo intervento Nikolaj Chrenov dell’Istituto di Storia dell’Arte di Mosca, emerge con chiarezza nell’arte russa del periodo preso in esame che ha visto una continuo alternarsi tra il manifestarsi di tratti considerati orientali, come la collettività, e di tratti considerati occidentali, come l’individualismo. Olga Sosnina, direttrice del museo moscovita di Carycino, ha concluso la mattinata con un intervento dedicato al viaggio in Russia del principe reale Nikolaj Aleksandrovič– il futuro zar Nicola II.Il viaggio dello zarevič, deviando dalle rotte classiche del grand tour, ha portato l’Oriente, con le sue tradizioni popolari, nelle arti e nell’immaginario della Russia di fine Ottocento influenzando numerosi artisti. In margine al convegno è stata realizzata una esposizione che, per mezzo di pannelli informativi, fotografie e disegni d’epoca illustra le diverse fasi di questo viaggio, sintetizzando e presentando in tal modo al pubblico italiano una mostra curata dalla Sossina nel museo di cui è direttrice.

I lavori sono ripresi dopo la pausa pranzo approfondendo il contributo delle arti visive. “Viaggi e suggestioni artistiche” sono stati protagonisti a partire dall’intervento di Inessa Kouteinikova, project director dello scambio Russia – Netherland 2013 che ha presentato una relazione dal titolo “L’Orientalismo russo e Vereščagin”. Quest’ultimo viene considerato l’iniziatore della pittura di stampo orientalista in Russia alla fine dell’Ottocento, presentando un’attenzione particolare alle popolazioni locali, rese note grazie al viaggio dellozarevič Nikolaj Aleksandrovič di cui si è parlato nella mattinata. L’intervento di Nicoletta Misler, professoressa di arte russa e dell’Europa Orientale a Roma, si è occupato dell’interesse degli artisti russi per la Grecia. In particolare l’attenzione è rivolta a Léon Bakst e Nikolaj Karazin che, nelle loro rappresentazioni, ne hanno privilegiato l’aspetto selvaggio e barbarico. Léon Bakst e le tradizioni popolari russe sono stati l’oggetto dell’esposizione di Natalija Čerkasova che ha analizzato la presenza dell’alternanza fra elementi orientali e occidentali nel teatro musicale russo di primo Novecento. A concludere il pomeriggio è stata Michaela Böhmig con un intervento centrato sulla figura del poeta russo Venedikt Mart, figura interessante non ultimo per la sua posizione particolare di russo emigrato in Oriente che si manifesta in uno sperimentalismo linguistico capace di mescolare giapponese e russo.

La prima giornata del convegno, di grande interesse per la qualità degli studiosi che vi hanno preso parte, ha messo in luce i rapporti che fanno della Russia un paese a cavallo tra due mondi, motivo per cui l’Europa ha guardato ad essa come a una chiave per penetrare nell’”oscuro” mondo orientale, come talvolta lo si percepisce.

Salvatore Chiarenza

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