“Settimana interculturale”, Napoli e l’Orientale aprono le porte
“Settimana interculturale”, Napoli e l’Orientale aprono le porte
Seconda esperienza consecutiva a Napoli per il progetto di scambio culturale fra studenti dell’Orientale e colleghi di Magonza
Napoli, 20 maggio – Nel criptico panorama odierno degli acronimi che popolano in modo sempre più ingente la nomenclatura della quotidianità moderna, ce n’è uno in Germania che difficilmente suonerebbe ignoto a un pubblico di provenienza accademica: quasi ogni studente tedesco, e ormai anche ogni studente straniero, saprebbe decodificare la sigla DAAD, che sta per Deutscher Akademischer Austausch Dienst, ovvero “servizio tedesco per lo scambio accademico” che promuove e finanzia la mobilità accademica transnazionale. Non a caso, proprio ad un convegno del DAAD, organizzato a Napoli nell’ottobre del 2009, da una conversazione spontanea è nato un progetto di scambio accademico fra studenti italiani e tedeschi. Oliver Diehl, professore associato di Psicologia cross-culturale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Johannes Gutenberg di Mainz, e la professoressa Elda Morlicchio, ordinaria di Lingua e linguistica tedesca e pro-rettore alla didattica presso l’Orientale, da una discussione fatta di proposte e idee sono immediatamente passati alla pratica. Nel giro di pochissimo tempo, con la preziosa collaborazione di Nicole Gauly, lettrice di lingua tedesca all’Orientale e referente a Napoli del sopracitato istituto DAAD, hanno dato vita ad un’iniziativa interculturale che coinvolge gli studenti di psicologia di Magonza e gli studenti germanisti dell’Orientale, pur senza godere, al momento, di finanziamenti istituzionalizzati. Giovedì scorso si è chiusa, con un bilancio decisamente positivo da entrambe le parti, la “settimana interculturale”, giunta già alla sua seconda “edizione” e da quest’anno anche formalizzata con l’acquisizione di crediti formativi.
Il dottor Oliver Diehl e il gruppo di sedici studenti che hanno partecipato al progetto sono stati accolti lunedì 9 maggio nella sala congressi del prestigioso Palazzo Du Mesnil, sede del Rettorato dell’Orientale. Dopo l’accoglienza, Oliver Diehl e Nicole Gauly hanno chiarito le modalità operative e le linee guida della ricerca, il primo illustrando i “metodi della socio-psicologia interculturale”, la seconda orientando gli studenti sulle differenze della formazione scolastica fra Germania e Italia e sugli studi interculturali. Il giorno seguente, il Palazzo Du Mesnil ha ospitato due ulteriori lezioni frontali, una del dottor Diehl su “standard culturali e processi di acculturazione”, l’altra della professoressa Morlicchio su “lingua come mediazione culturale e competenza interculturale”.
Il resto del lavoro di ricerca – orientata, conformemente ai loro studi, sul tema “Identità e acculturazione nell’Europa meridionale” – l’hanno fatto gli studenti di psicologia di Magonza, con due mansioni fondamentali: da una parte “esercizi di osservazione”, svolti studiando i fenomeni socioculturali e ambientali del luogo tramite l’esplorazione diretta, in quattro gruppi dislocati fra i diversi quartieri di Napoli e muniti di taccuino e macchina fotografica; dall’altra, un confronto verbale fatto di mutue interviste con gli studenti germanisti dell’Orientale. In particolare, la collaborazione da parte italiana si è articolata in due modalità: vere e proprie interviste, realizzate in gruppi formati da una coppia per ciascuna nazionalità; brevi conferenze frontali tenute a turno da cinque studenti italiani, in tedesco, davanti all’intero gruppo. In entrambi i tipi di lavoro, le tematiche hanno riguardato diversi aspetti socio-psicologici e antropologici propri della cultura italiana e napoletana a confronto con quella tedesca: il rapporto con la famiglia e il momento di emancipazione dal nucleo familiare; i sistemi di istruzione nazionali; prospettive future post-universitarie; grado di consapevolezza sulle questioni ambientali; rapporti uomo-donna e i modo di concepire la vita di coppia.
Superfluo sottolineare i benefici, personali e accademici, tratti dagli studenti di germanistica dell’Orientale: prima di tutto, la possibilità di comunicare in modo intenso e massivo, per due o tre giorni di fila, con studenti tedeschi di diversa provenienza; inoltre, quella di conoscere dettagli della cultura oggetto di studio, approfondirne le sfumature e coglierne le differenze.
Non è da sottovalutare nemmeno il valore umano (e mondano) dell’esperienza, dato che lo stesso metodo di “osservazione” adottato dagli studenti di psicologia comprendeva la partecipazione ad uno scorcio di vita notturna giovanile del posto, in compagnia dei colleghi italiani conosciuti nell’ambito del progetto. Alcuni studenti dell’Orientale si sono uniti anche alle cene a base di pizza e in qualche caso si sono offerti come guide per un breve tour turistico, al di fuori del programma di ricerca. Tutto ciò a testimonianza del reale piacere nello stare insieme e confrontarsi: con identico entusiasmo i visitatori hanno scoperto Napoli e gli ospitanti hanno accolto i loro colleghi in visita.
Brevemente intervistati, gli studenti di Magonza hanno espresso la loro soddisfazione rispetto ai ragazzi conosciuti a Napoli e in particolare quelli con cui hanno collaborato direttamente per lo studio. Unanimi i giudizi in proposito: persone gentili, disponibili, affettuose, allegre, volenterose, scrupolose, aperte, spontanee. Anche Napoli è stata fuoco dello sguardo. Henning, uno studente del gruppo di Oliver Diehl, la definisce con tre aggettivi: “Selvaggia, saporita, meravigliosa. Tutto un altro mondo, qui, a più di mille chilometri da casa mia. L’atmosfera è inimitabile, e ovviamente la pizza è stata la migliore della mia vita”. Dani sembra aver conservato un’immagine di Napoli a frammenti: “Napoli? Grande, rumorosa, soffocante, traffico furioso, caotica, multiforme, di certo ricca di angoli meravigliosi, però bisogna andarseli a cercare. Il cibo è impareggiabile”. Tutti incantati dal cibo e, com’era prevedibile, tutti anche scioccati dal problema dell’immondizia.
L’impressione generale su Napoli è stata quella più aderente alla città stessa: contraddittoria. Bellezze e orrori avvinghiati gli uni agli altri, attrazioni e disagi in grado di alternarsi a oltranza. Tutto secondo i piani, come chiarisce la professoressa Morlicchio a tal proposito: “Oltre alla possibilità per gli studenti di stare in contatto con colleghi coetanei e di imparare a gestire vari tipi di interazioni culturali e collaborazioni accademiche, c’è anche l’intenzione di favorire la conoscenza di Napoli per dare una giusta immagine della città, né oleografica né denigratoria.”
Un progetto interculturale perfettamente riuscito, e già capace di migliorare sotto vari aspetti i risultati del primo anno di esperienza. “Rispetto all’esperimento già positivo dello scorso anno” – fa notare Nicole Gauly – “ci sono stati diversi miglioramenti. Dai soli sette presenti di un anno fa, gli studenti di Magonza che si sono messi in viaggio per Napoli sono diventati sedici, mentre gli studenti dell’Orientale coinvolti, in totale, considerando tutte le attività svolte, sono passati da otto a trenta! Le domande sono diventate reciproche, ciò significa che anche i miei ragazzi hanno preparato e condotto interviste, in tedesco. Un vero e proprio scambio, in tutto e per tutto equo. La preparazione delle interviste e dei contenuti degli incontri è stata materia delle lezioni di lingua, così come si sono discussi a più riprese i temi delle mie lezioni Stereotipi e Formazione degli Stereotipi e Migrazione e Integrazione.”
“Il bilancio positivo del progetto”, confermato anche dagli studenti di entrambe le nazionalità, “migliora quello già soddisfacente dello scorso anno, e suggerisce” – dice la professoressa Morlicchio – “di stipulare una convenzione fra i due atenei”.
Lorenzo Licciardi