All’ascolto della musica elettronica
All’ascolto della musica elettronica
Il compositore Agostino Di Scipio tiene una lezione sull’importanza dell’ascolto e presenta la rivista Le arti del suono
I sonetti a Orfeo rappresentano uno dei momenti più alti non solo della poesia di Rilke ma di tutta la produzione letteraria del Novecento. Nelle 55 liriche, pubblicate nel 1926, attraverso la voce del cantore di Tracia e il suono della sua lira, il poeta tedesco tenta di recuperare una dimensione originaria dell’ascolto dove le cose si danno nella loro immediata e viva presenza: è Orfeo stesso che “crea nell’udito un tempio”, che “nell’orecchio si fece un giaciglio” eludendo in tal modo il rischio che la mediazione delle forme espressive conduca alla condanna al silenzio temuta dal Lord Chandos di Hugo Von Hofmannsthal.
Nel corso di una lezione tenutasi nell’ambito del seminario Musica Occidentale e Orientale, Agostino Di Scipio – teorico di musica contemporanea e docente di musica elettronica al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli con una lunga esperienza di insegnamento internazionale (Berlino, Mainz, Karlsruhe, Parigi, Helsinki, Illinois, Vancouver) ma, soprattutto, compositore – ha segnalato la necessità di tornare a un’esperienza di ascolto autentica, simile a quella indicata da Rilke.
In un’epoca che Benjamin definisce della riproducibilità tecnica dell’arte, in cui il Verfall der Aura, il venir meno dell’aura, ha condotto a una secolarizzazione della percezione dovuta alla scomparsa dei valori di unicità e autenticità, Di Scipio ha sottolineato quanto la musica debba recuperare la sua natura di evento messa in crisi dalla tendenza a ridurre tutto ciò che è acustico ad oggetto riproducibile all’infinito. Questo approccio oggettivistico al suono ha significato la reificazione dell’evento sonoro, in cui si perde una parte dell’esperienza dell’ascolto: il suono di un do prodotto dal pianoforte è diverso dal suono dello stesso do ri-prodotto dal registratore. In quel ri si perde la natura essenziale dell’au-scultare, che come scrive il filosofo francese Jean-Luc Nancy, in un breve scritto del 2002 (Á l’écoute), si gioca a partire da una "presenza sonora che vive in una medesimezza temporale essenzialmente mobile", dove, per Di Scipio, la "medesimezza temporale" è il qui e ora del momento dell’ascolto, mentre la sua essenza "mobile" si dà nel movimento del suono nello spazio.
Questa riflessione di carattere estetico-musicale si è inserita in una discussione più ampia volta a presentare una rivista semestrale, di cui lo stesso Di Scipio è tra i fondatori e direttore: Le arti del suono, Edizioni Orizzonti Meridionali. Attraverso gli interventi di musicologi e compositori, anche stranieri, l’obiettivo è quello di riempire un vuoto teorico in Italia, dove la riflessione sulla musica colta contemporanea è ferma a contributi sporadici.
Risorse collegate:
http://leartidelsuono.altervista.org
Aniello Fioccola
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