Autori del fumetto: Francesca Palomba

 

Autori del fumetto: Francesca Palomba

Francesca Palomba

“Si dovrebbe usare il fumetto anche per trattare temi difficili, ad esempio quelli legati alle droghe”

Fumetto, graphic novel, graphic journalism: quali le differenze?

“Il fumetto è seriale, si raccontano storie di uno o più personaggi dove le avventure proseguono con scadenze prefissate e durano negli anni, mentre il termine graphic novel è utilizzato per indicare i romanzi a fumetti, storie autoconclusive che quindi non hanno un seguito. Graphic journalism sono i fumetti che raccontano fatti di cronaca e attualità, a volte anche in modo ironico.”

Graphic novel: cosa rappresenta per lei?

“La definizione graphic novel è nata per definire il cosiddetto fumetto d’autore e dare quindi un tono più intellettuale ed elevato a determinati racconti. Essendo un’appassionata di fumetti, fin da piccola, non esiste per me personalmente una distinzione tra un genere e l’altro. Credo che tutte le storie che vengano raccontate attraverso i disegni siano fumetti, e che, se ben raccontate e ben disegnate, possono essere considerate opere d’arte, non importa se siano in un’unica storia-romanzo o in un una serie.”

Il fumetto e l'ecologia: una relazione connaturata?

“Tra il fumetto e l’ecologia non c’è una relazione diretta, ma il fumetto può essere adoperato come mezzo di comunicazione per sensibilizzare il pubblico a tale tematica.”

Ci fa un esempio di comunicazione, a suo parere ben riuscita, attraverso il fumetto?

“Non è facile parlare di un esempio di tale genere, perché dipende dal tipo di comunicazione che s’intende trasmettere attraverso il fumetto e anche dai gusti del lettore. Tex, ad esempio, ha sempre funzionato, non ha subito mode, e ha il suo pubblico che continua a seguirlo. Inoltre ciò che è possibile notare è la facilità di comunicazione di alcuni temi purtroppo negativi. In linea di massima ciò che colpisce maggiormente il pubblico sono le emozioni e le sensazioni forti e i personaggi con caratteri decisi.”

Come è cambiata la percezione del fumetto negli ultimi cinquant'anni? E i suoi contenuti?

“Attualmente i fumetti sono più dinamici, più simili ai film, tutto deve essere chiaro attraverso l’immagine. A differenza dei fumetti precedenti, più statici, il fumetto attuale è più veloce, dinamico, attivo e ha meno testo e più impatto. Ma non è una regola fissa, ci sono fumetti ispirati ai grandi classici o storie raccontate in modo più intimista e didascalico. Alcuni personaggi inventati addirittura alla fine degli anni trenta (Superman, Batman…) o comunque creati più di trent’anni fa, resistono ancora oggi e restano attuali, diventando addirittura protagonisti in film di successo.
Credo che oggi il fumetto sia, per la maggior parte del pubblico, strettamente collegato al mondo del cinema; molti protagonisti di fumetti sono diventati famosi attraverso i film realizzati, ma poi solo una parte ristretta di questo pubblico ha letto le loro storie.
Il fumetto rimane comunque presente ancora oggi, per una cerchia di appassionati, ed è diventato probabilmente meno di massa.”

Qual è il lettore ideale di fumetti?

“Ogni fumetto ha la sua fascia di lettori ideali, che cambia in base ai contenuti e all’età dei protagonisti del fumetto stesso.
Il pubblico che appartiene alla fascia di lettori ideali, secondo me, è compreso tra i 30 e i 50 anni di età.
Il pubblico cui si rivolge Tex, ad esempio, è costituito da lettori soprattutto over 50.”

Ci sono temi che si prestano meglio o peggio al racconto tramite il fumetto?

“No perché dipende da come si svolge la storia: attraverso il fumetto si può raccontare tutto e in modi del tutto diversi.”

Qual è il suo fumetto preferito?

“Non ho un fumetto che preferisco, ma di ogni genere mi colpiscono alcuni aspetti. Del genere giapponese ad esempio mi piacciono lo stile e la fantascienza. Del genere americano, i Supereroi Marvel. Il genere francese impiega uno stile adatto a un racconto tranquillo. E infine del fumetto italiano apprezzo i disegnatori, come ad esempio Manara.”

Ha mai letto un fumetto in lingua straniera? Qual è la bellezza della lettura in lingua originale, quali le perdite nella trasposizione in un'altra lingua e dunque cultura?

“In linea di massima è sempre difficile evitare perdite quando si traduce un fumetto, ad esempio i manga giapponesi si leggono dalla fine all’inizio e da destra verso sinistra. Il fumetto però rispetto al libro si salva di più in quanto si è in grado di comprenderne il significato attraverso le immagini.”

Quale ruolo ha o può avere il fumetto nella mediazione interculturale, anche considerando la sua vasta circolazione?

“È difficile assegnare un ruolo al fumetto perché molto dipende dal motivo per cui è acquistato. Il fumetto proietta il lettore in un mondo differente, con situazioni più o meno possibili, in effetti ha lo stesso ruolo del libro anche se al fumetto, purtroppo, è attribuita una considerazione culturale inferiore.”

Quale ruolo può avere il fumetto nella formazione ed educazione dell'individuo, considerata la sua diffusione in fasce d'età molto giovani?

“Il fumetto è un sistema che permette di arrivare più velocemente a un argomento. Ad esempio un’Odissea a fumetti, se ben realizzata, è più facile da apprendere. Potrebbe essere impiegato per divulgare tematiche culturali più difficili, ma anche problemi attuali pesanti come la droga.”

Il fatto che attualmente siano così tanto cambiate le tecniche e le tecnologie impiegate dai disegnatori, ha modificato il messaggio comunicativo rappresentato dal fumetto?

“No, assolutamente. A tal proposito posso prendere il mio lavoro come esempio. Io sino all’anno scorso per disegnare usavo i mezzi tradizionali come carta e matita. Dall’anno scorso adopero un monitor touch screen, ed è come continuare a disegnare sulla carta. La tecnologia permette di velocizzare alcune pratiche, ma non influisce sul disegno e sullo stile.”

Chiara Fazi

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