Conferimento della Laurea Honoris Causa a Bartolomeo I Patriarca Ecumenico di Costantinopoli

 

Conferimento della Laurea Honoris Causa a Bartolomeo I Patriarca Ecumenico di Costantinopoli

Bartolomeo I

Il 23 ottobre 2007, nella sede di Palazzo Du Mesnil, la Facoltà di Lettere e Filosofia conferisce la Laurea Honoris Causa in “Relazioni culturali e sociali del Mediterraneo” a Bartolomeo I: un “uomo di confine”, capace di rappresentare l'incontro tra il mondo occidentale e quello orientale

 

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23 ottobre 2007 - Palazzo Du Mesnil. Alla presenza di numerosi esponenti delle istituzioni politiche, religiose e accademiche della città di Napoli,
l'Università degli studi di Napoli “L'Orientale” conferisce la Laurea Honoris Causa in “Relazioni culturali e sociali del Mediterraneo” al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, considerato come una figura chiave dell'incontro tra le culture occidentali e orientali.
Una personalità di altissimo rilievo non soltanto per le responsabilità religiose di cui è affidatario, ma anche per lo spessore culturale riconosciutogli anche in questa occasione.
È la prima volta, infatti, che l'Ateneo conferisce una Laurea Honoris Causa ad una personalità proveniente dall'ambito religioso, come spiegato dal Rettore Pasquale Ciriello che descrive con queste parole i motivi del conferimento: “perché è impegnato su più fronti, quello del dialogo inter-religioso ma anche della difesa dell'ambiente. In un convegno tenutosi recentemente in Groenlandia, proposto proprio da lui, ha molto sposato la sinergia tra scienza e religione per la difesa dell'ecosistema. Abbiamo inteso, con questa laurea, onorare un grande uomo religioso ma anche di alto prestigio intellettuale”.
La Laudatio Academica del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Riccardo Maisano, ha inizio con brevi cenni alla vicenda personale dell'uomo, Dimitrios Archondonis, nato “in un luogo appartato e distante, al discrimine tra due epoche e due mondi contrapposti, nell'anno 1940, mentre sopraggiungeva il grande conflitto mondiale, e nell'isola di Imbro, all'estremità nord-orientale del mare Egeo”. Quella che Maisano definisce come una “duplice matrice, greca e cristiana” accompagnerà la formazione del Patriarca Bartolomeo I rappresentando, assieme alle esperienze nell'Occidente europeo, un impulso fondamentale per l'apertura mentale dell'uomo così come del teologo.
Come sottolineato dal Preside, è già a partire dalla discussione della tesi dottorale – presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma – che il futuro Patriarca mostra la propria tendenza all'apertura e alla mediazione: “Cittadino turco, ma appartenente alla comunità ortodossa, Bartolomeo possiede per questo un patrimonio personale di esperienza e di riflessione che gli ha donato la sensibilità necessaria ad affrontare nella giusta prospettiva due grandi problemi della civiltà mediterranea del nostro tempo: la tolleranza religiosa e il dialogo tra le fedi.”
Un uomo che, a quanto pare, si è distinto proprio per essere “uomo di confine”, capace di svolgere un ruolo fondamentale per la cooperazione internazionale e per l'incontro tra fedi e culture, sempre consapevole dell'arricchimento che deriva dal confronto tra realtà diverse e più o meno distanti. Notevole il suo impegno nell'ambito dell'ambientalismo e le prese di posizione relative a diverse questioni delicate e urgenti del mondo contemporaneo come, ad esempio, la salvaguardia dell'ambiente e dei mari, l'interesse per forme di sviluppo sostenibile per contrastare un sempre più invasivo sfruttamento delle risorse globali e, ancora, il costante richiamo ai diritti dell'uomo e delle minoranze, comprese quelle religiose.

Il patriarca Bartolomeo I ha poi pronunciato la propria Lectio Magistralis concentrando la propria attenzione sui termini “unificazione” e “integrazione” – termini ai quali si fa spesso riferimento anche in relazione all'Unione Europea – e sulle problematiche questioni collegate all'unificazione di paesi che provengono da tradizioni culturali, politiche e religiose differenti. A questo proposito, il Patriarca afferma infatti che: “crediamo che si debba edificare il futuro dell’Europa, rispettando l’altro, le particolari religioni e le differenti ideologie, come inoltre deve essere rifiutato il fondamentalismo, ovunque esso provenga”.
Il Patriarca si è poi soffermato sul ruolo della Chiesa Ortodossa e sul suo contributo al mondo moderno, in particolare in relazione ai concetti di “persona”, “dialogo” e “ambiente”. Rispetto al primo, il Patriarca parla di un concetto di “persona” che sia inteso religiosamente e ontologicamente e a cui sembra possibile contrapporre un concetto di “individuo” che spesso sembra richiamare un'opposizione individuo-collettività, piuttosto che un'integrazione tra l'uno e il molteplice. In questo senso, nelle parole di Bartolomeo I: “tra individualismo e collettivismo si trova la persona.” Il secondo concetto, quello di dialogo, inteso nel senso più ampio possibile, viene collegato ancora una volta al rifiuto di un individualismo capace di condurre l'uomo verso pericolose derive, tra cui il distanziarsi da una prospettiva sociale e relazionale.
Il terzo concetto si presenta, infine, come una possibile sintesi dei precedenti: soltanto l'uomo che si sente parte dell'ambiente in cui vive è capace di rispettare ciò che ha intorno – le risorse da cui trarre sostentamento, i propri simili e tutto ciò che di questo ambiente è parte integrante quanto l'uomo stesso.

Infatti, come ricordato dal Patriarca nella conclusione del proprio intervento, è quantomai evidente che: “la coesistenza di questi tre elementi, cioè della 'persona', del 'dialogo' e dell’'ambiente' è necessaria nella nostra epoca”.

 

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