Convegno “Verso Oriente”. Fatti e personaggi del mondo dell'arte russa
Convegno “Verso Oriente”. Fatti e personaggi del mondo dell'arte russa
Approfondimento sul convegno “Verso Oriente”, organizzato dall'Università L’Orientale in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Finestre aperte su orizzonti artistici alternativi e poco noti
L’attrattiva che i popoli del sol levante hanno esercitato su artisti ed intellettuali occidentali non ha mai smesso di incantare popoli lontani l'uno dall'altro accordandoli, armonizzandoli, coinvolgendoli. Tutto ciò non passa inosservato in una università come L’Orientale. Durante il convegno è stato aperto uno spazio di approfondimento sulla questione dell’arte russa fra Otto e Novecento. Diversi gli interventi, e non sarà possibile riassumerli tutti per questioni di spazio. Tra gli altri si può ricordare quello di Simona Moretti − docente di Storia dell’Arte Medievale –, che ha proposto una riflessione sul rapporto, esclusivo e profondo, che legava al mondo dell’arte personalità importanti della società russa tra Ottocento e Novecento. In particolare è stata la figura del conte Grigorij S. Stroganov ad aver suscitato l’interesse della studiosa, la quale ha presentato una dettagliata analisi sulle collezioni artistiche dell’Oriente bizantino che egli possedeva. L’attivismo e l’interesse quasi maniacale che una personalità colta come quella di Stroganov ha mostrato nei confronti dell’arte bizantina sono testimoniati dall’enorme numero di avori, reliquiari, icone e lavori di oreficeria che costituivano la sua imponente collezione. Oggetti preziosi e rari acquistati con poco denaro, approfittando della scarsa competenza che caratterizzava un gran numero di antiquari e affaristi che (paradossalmente) di arte conoscevano poco. Tale era la portata del tesoro da lui accumulato che allo stesso Stroganov poteva essere affidata l'organizzazione di mostre ed eventi, e il più delle volte erano proprio le opere che egli possedeva ad essere prese in prestito ed esposte. In effetti il sistema economico che iniziò a prendere piede nel mondo dell’arte era fatto di ricchi personaggi che, in quella società, prestavano, vendevano e compravano opere preziose attraverso affari più o meno riusciti. La cultura artistica non fece però di Stroganov l’unico attivista nel mondo dell’arte in Russia tra Ottocento e Novecento: l’interesse per un’arte che si fa eco del lontano Oriente coinvolse tanti altri collezionisti russi, impegnati a raccogliere opere d’arte medievali e bizantine.
Altro profilo di rilievo è quello di Margherita Albana Mignaty, ispiratrice di numerosi artisti ed intellettuali dell’epoca, che rappresentava meglio di chiunque altro il fascino incarnato delle terre d’Oriente: vivevano in lei elementi dell’Oriente cosiddetto vicino (era greca) e di quello invece detto lontano (non le mancava una certa qual propensione verso l’India). Fu proprio lei che, orientale ed orientalista, applicò le teorie teosofiche originariamente ideate dalla russa Elena Blavackaja alla critica d’arte, dedicandosi in particolare al Correggio, nelle opere del quale la Mignaty intravedeva la filosofia della luce propria della visione ariana della teosofia.
La Russia è stata in effetti uno dei più grandi centri teosofici di quell’epoca: l’atteggiamento di venerazione verso l’icona e il tentativo da parte dell’arte di crearne una teosofica prendendo ad esempio proprio quelle provenienti dall’Oriente, si fa specchio di un’unità spirituale che si vuole raggiungere scartando tutti i dogmi che contraddistinguono le religioni allontanandole e separandole le une dalle altre.
Convegno interessante e ricco di importanti suggestioni intorno alle quali potranno sicuramente concretizzarsi spazi di approfondimento e ricerca ulteriori.
Lorena Jessica Alfieri
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