Da Copi all’Eternauta, da Astro city a Moebius… all’Orientale di Napoli
Da Copi all’Eternauta, da Astro city a Moebius… all’Orientale di Napoli
Sede gremita di pubblico per le Giornate di studio “Un ambiente fatto a strisce”. Il coordinatore scientifico: “Oltre ogni possibile previsione. Felice riscontro per la sede procidana del nostro Ateneo”
Giornate di studio dedicate a Graphic novel e comunicazione: sedie occupate da studenti e addetti ai lavori, professori e autori, editori e sceneggiatori. Commenti entusiasti sulla qualità scientifica del programma organizzato dall’Orientale per concludere il ciclo di incontri del Progetto OASI. Dopo il saluto del professore Alberto Manco, il giornalista e scrittore Luca Raffaelli è stato protagonista di un tanto efficace quanto indispensabile excursus sull’evoluzione del fumetto a partire dal sovversivo Yellow Kid fino ad arrivare a Nicaragua. Le Giornate sono entrate nel vivo con lo straordinario intervento di Stefano Casi, dedicato alla drammaturgia del fumetto e alle geniali strisce del creatore di Loretta Strong, di Goliatha e della inconturbabile Femme assise, nonché autore di scritture indimenticabili come Il frigo, Una visita inopportuna ed Eva Peron solo per ricordarne alcune. “Con Copi – spiega Casi – teatro e fumetto sono due possibilità differenti e parallele. Comico e tragico si intrecciano in modo cangiante. Tutto può essere il suo opposto ma anche molto altro. Nel mondo rappresentato da Copi si ride tanto, ma di cose agghiaccianti con un linguaggio scanzonato, grottesco, a tratti diabolico. Eppure, sempre coerente”. Il concetto di drammaturgia del fumetto – continua Casi – è applicabile a qualsiasi fumetto, l’impostazione grafica dell’inquadratura collega il fumetto al teatro. Lo spazio si reinventa nella dimensione drammaturgica, non ha mezze misure, è assoluto. L’astrazione dello spazio evidenzia il vuoto incommensurabile in cui il personaggio è esaltato ma anche risucchiato dalle sue parole ed azioni. Il tempo invece è scandito dalle pause e dai silenzi. Sono proprio le pause a scandire esattamente le azioni, si assiste ad una partitura logica, ritmica. Lo spazio nella sua essenzialità ed il tempo nella sua scansione ritmica sono – conclude Casi – le coordinate strutturali di una drammaturgia del fumetto che comporta un dialogo intenso ma anche subliminale col lettore.
Intervento molto apprezzato, quello di Casi, conclusosi con un interminabile applauso del pubblico, tra cui qualcuno ha voluto levarsi in piedi.
Ricca di tanto numerosi quanto interessanti elementi di riflessione la successiva relazione di Giuseppe Cozzolino dedicata a “Graphic Novel e Super Eroi”, introdotta dalle geniali e controverse immagini dei titoli di testa di Watchmen, trasposizione cinematografica dell'omonima miniserie a fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons, diretta da Zack Snyder. “È con alcune figure ricorrenti delle letteratura anglosassone che intravvediamo il modello su cui si fonda la figura del superuomo. Negli anni Ottanta Alan Moore affronta il tema del supereroe dalla prospettiva più realistica possibile. Silver Surfer, con i suoi poteri superiori, si pone come obiettivo il rimodellamento della società circostante”. L’interazione tra graphic novel e supereroi – spiega Cozzolino – continua con Astro city di Kurt Busiek che esplora ogni potenzialità narrativa degli uomini mascherati, tra eredità e innovazioni. Nuovi esempi di connubio perfetto sono stati The Dark Night e Batman Begins e con The Dark Night Raises questa unione perfetta avrà tanto altro ancora da raccontare”. Un intervento, quello di Cozzolino, che ha mostrato quanto sia vasta la letteratura relativa alla figura del super eroe, e quanti approfondimenti ancora, tuttavia, ci siano da fare al riguardo.
Con un inatteso e originale intervento intitolato “Jodorowsky-Moebius: El Incal(1981-1989). L’eroe imperfetto, l’androgino, gli ibridi. Dalla grottesca alla fantascienza”, la professoressa Paola Laura Gorla ha poi descritto un eroe che si oppone a quello del mondo antico, prettamente manicheo, che ha bisogno di entrare in empatia con il lettore, assomigliandogli. Questo nuovo eroe si umanizza, è portatore di fragilità, è un eroe completamente nuovo: brutto, sporco, si muove nel suburbio eppure è il predestinato, è colui che dovrà salvare il mondo muovendosi in una totale distopia provocatoria. Non c’è il rispetto delle dimensioni, vi sono oggetti ibridi, compositi. Jodorowski – conclude Gorla – pone l’accento sulle differenze, l’androgino salva il mondo non nel momento in cui le parti coincidono, bensì quando le differenze e le distinzioni determinano un equilibrio nel mondo”. Le straordinarie immagini che accompagnano le illustrazioni del libro esaminato da Paola Laura Gorla hanno accompagnato la relazione, molto apprezzata dal pubblico.
“La storia dell’Eternauta e del fumetto Argentino attraverso l’opera di H.G. Oesterheld” è il titolo dell’intervento tenuto successivamente dal noto giornalista e scrittore argentino Fernando Ariel Garcia, invitato da Alberto Manco a tratteggiare il profilo della figura immensa dell’Eternauta, eroe dei giorni nostri in stato perenne di costruzione, giudicato “l’unico credibile per gli argentini perché in grado di fornire più domande che risposte”. La chiave di volta per capire il significato di questo personaggio è il verbo “resistere” – ha spiegato Garcia –, e questo è il leit-motiv che riassume il senso di una figura che viene sempre disegnata mentre cammina. Il concetto della resistenza implica infatti un passaggio da un’utopia probabile ad una possibile.
Da ricordare che Alberto Manco ha voluto proprio l’Eternauta nella locandina delle Giornate di studio: un gesto che ha voluto essere un omaggio alla memoria del suo creatore e di coloro che hanno subito le orribili conseguenze di quella dittatura.
Raffaella Sbrescia
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