Elisir mercuriali e immortalità
Elisir mercuriali e immortalità
Si è aperta martedì 5 novembre alle ore 9.30 presso la sede dell’Orientale di Palazzo Du Mesnil la due giorni di studio dal titolo “Elisir mercuriali e immortalità”, curata da Giacomella Orofino, Amneris Roselli, Antonella Sannino.
Non è una novità lo studio dell’alchimia a Napoli, e in particolare nelle sedi dell’Orientale, dal momento che lo stesso Palazzo Corigliano un tempo apparteneva al Principe di Sansevero, tra i più celebri alchimisti di tutti i tempi. Stavolta i partecipanti – studiosi di chiara fama, ma anche giovani specialisti – hanno provato a delineare il percorso della filosofia alchemica dal Mediterraneo all’India, dal Tibet all’Estremo Oriente, a cavallo del Medioevo, del Rinascimento e della Modernità, confrontandosi su due temi: l’elisir e l’immortalità. In particolare in questa due giorni di dibattiti e seminari sono stati approfonditi anche i nessi che legano la Musica alla Grande Arte. Infatti la musica nel Medioevo, nel Rinascimento e nella prima età moderna è vista come medicina dell’anima, come specchio dell’armonia incorruttibile dei cieli, ed è profondamente legata alla trasmutazione alchemica e alla ricerca dell’immortalità, che non è banalmente l’immortalità del corpo ma dell’anima. Per rendere ancora più chiaro il nesso tra l’arte dei suoni e l’arte dei metalli, sono stati presentati testi inediti o poco noti di filosofi, scrittori e alchimisti, ma soprattutto si è tenuto con grande successo di pubblico il concerto “Elisir sonoro” (al clavicembalo Concetta Soldi, al violoncello Chiara Mallozzi, tenore Alessandro Franzese), durante il quale sono stati eseguiti brani classici dell’alchimia musicale, come alcune fughe tratte dall’ “Atalanta fugiens” di Michael Maier, il vespro “Nigra sum” di Claudio Monteverdi, “Le lacrime” di John Dowland.
Ugo, Cundari