Enza Voglio: l'arte avvicina all'assoluto
Enza Voglio: l'arte avvicina all'assoluto
La pittrice napoletana durante un'intervista al Web Magazine esprime il suo personale concetto di arte e racconta la sua esperienza nel settore fatta di mostre, eventi e pubblicazioni
Cos’è l’arte per lei?
“L’arte è un'espressione della propria interiorità che si concretizza visibilmente o materialmente, nel mio caso sulla tela.
Un'esigenza altissima che definirei quasi divina. Per quello che mi concerne è qualcosa che ci aiuta ad avvicinarci all’assoluto, Dio nel mio caso, in quanto credente, ma anche al cosmo o a qualsiasi altra forma suprema per chi concepisce altre entità o dimensioni altrimenti completamente inavvicinabili, perché vanno oltre quella che è la nostra banale comprensione.”
Quando si è appassionata all’arte, in particolare alla pittura?
“Amo l’arte da sempre. Avevo sin da bambina questa esigenza di esprimermi e nei colori e nei segni ho trovato cosa potesse adattarsi maggiormente alla mia personalità. Da piccola vivevo in un mondo tutto mio, avevo un'energia molto forte che in qualche modo doveva venire fuori e la tela mi ha permesso e mi permette ancora oggi di raggiungere questo intento. C’è qualcosa di simile all'estasi nel creare.”
Enza, ci parli della sua formazione.
“Ho frequentato la Scuola Libera d’ARTErìa di Matera, ho studiato calcografia alla Grafica di Via Sette Dolori, sempre a Matera, e infine ho frequentato L'Accademia delle Belle Arti di Napoli.”
Da cosa nasce la sua arte?
“La mia arte nasce dal caos che ho dentro. Sulla tela, attraverso il caso o la casualità che mi detta il modo in cui stendere i colori, questo caos genera l’oggetto della mia rappresentazione, ossia la cosa. A questo proposito amo usare sempre un gioco di parole: caos caso cosa, ossia la cosa che si genera dal caos attraverso il caso.”
Lei predilige molto il rosso e l’oro nei suoi dipinti. Hanno un significato particolare per lei questi colori?
“Sì. Il rosso rappresenta le pulsioni della vita se non la vita stessa. Il rosso è passione, irruenza, movimento, calamità, qualcosa che talvolta altera anche il nostro equilibrio, e calamita, qualcosa che ci attira. L'oro rappresenta invece la preziosità. Il colore di questo metallo mi riporta con la memoria a quando ero bambina ed amavo guardare e toccare tutte le cose che luccicavano. Infatti il logo che uso per firmarmi rappresenta proprio una bambina, come se volessi preservare il lato fanciullesco e incontaminato dell'essere.”
La maggior parte delle sue opere sono degli astratti. Come mai predilige l’astrattismo piuttosto che la concretezza nelle rappresentazioni?
“Non si tratta propriamente di astratti, quanto di informali segnici, ossia opere in cui io non abolisco la figura, ma la immetto come frammenti. I miei dipinti sono infatti tutti intitolati Frammenti, dell'essere, degli oggetti, della natura, di tutto. Mi piace pensare che l'essere sia solo un frammento di ciò che vuole essere e quindi attraverso i miei quadri amo attuare lo scorporamento per il raggiungimento di ciò che vorrebbe diventare.”
Ci parli delle sue mostre e degli eventi più significativi.
“Ho avuto un percorso che mi ha permesso di realizzare molte mostre personali e collettive sia in Italia che all'estero come la Biennale del Burundi in Senegal, una fiera d'arte a Seul, una mostra collettiva a New York e un’esposizione all’Università di Parigi, nel padiglione italiano. Per quanto riguarda l’Italia, a Napoli ho partecipato alle collettive al Maschio Angioino, al Palazzo Reale, al Castel dell'Ovo e alla Galleria Giosi, a Matera, a cura della Soprintendenza dei Beni Culturali, ho partecipato alla mostra collettiva La collana bianca si colora, dal titolo di alcune pubblicazioni dell’Einaudi e ho esposto con una personale molti dei miei dipinti presso l’Abbazia di San Michele di Montescaglioso. Ho esposto anche al Chiostro del Borromini e Palazzo dei Trinitari a Roma, presso una un sottopassaggio della metropolitana milanese, sono stata a Catania per alcune mostre di arte sacra e all’Expo arte di Bari e Parma. E’ doveroso nominare anche il gruppo Show Art con il quale ho esposto in vari teatri napoletani, come il Ciela, il Totò e l’Augusteo. Inoltre sono stata recensita nel Catalogo 13x17 Rizzoli Editore a cura di Philippe Daverio.”
Attualmente c’è qualcosa in programma?
“Sì. In Italia il sistema dell'arte non funziona perfettamente e non aiuta gli artisti a trovare spazi per esibire la proprie opere, per cui l'artista oggi come oggi deve essere manager di se stesso e oltre a creare deve anche trovare i luoghi dove esporre. Da qualche anno, con l'artista sardo Francesco Dau abbiamo creato il gruppo Giotto Art e abbiamo progettato il Muses, un futuro museo d'arte contemporanea sito a Chiaramonti, che ospiterà tantissime tele donate dagli artisti per la causa. Col gruppo Giotto Art ho anche partecipato alla mostra Arteggiandoci a Cossoine 2010, una kermesse di arte e musica che ha vantato anche la partecipazione di Eugenio Finardi, e alla bipersonale Screzi Onirici presso l’ART-PORT Corner, lo spazio dedicato all’arte dell’Aeroporto Olbia-Costa Smeralda, a cura della critica Filomena Fodde. Infine, parteciperemo all’Arte New Templum Phaisanya dal 14 al 19 dicembre, ospiti del comune di Tempio Pausania.”
C’è un sito internet dove è possibile vedere le sue opere e informarsi circa i suoi futuri progetti?
“Sì, il libero portale di arte contemporanea Giotto Art.”
Marialberta Lamberti
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