I presupposti teorici della prospettiva nei pensatori medievali
I presupposti teorici della prospettiva nei pensatori medievali
Valeria Sorge ricostruisce la storia della codificazione delle regole prospettiche nel secondo seminario del ciclo “Percorsi medievali nella storia della filofosia”
Mercoledì 26 aprile 2012 si è svolto il secondo incontro del ciclo di seminari “Percorsi medievali nella Storia della Filosofia”. Il primo incontro risale al 19 aprile, dedicato a “L'alto medioevo e la storia della filosofia” a cura di Armando Bisogno. L'organizzazione del ciclo si deve alla professoressa Antonella Sannino e vuole completare l'offerta didattica del corso di Storia della filosofia medievale. «Abbiamo scelto i migliori specialisti di ogni settore i quali approfondiranno alcuni aspetti trattati durante il corso. Ho selezionato dei temi problematici di Storia della Filosofia Medievale, destinati ad attraversare tutta la storia della filosofia, fino ad arrivare alla filosofia contemporanea». Obiettivo di Antonella Sannino è dimostrare come «la filosofia medievale sia una parte importante per la storia della filosofia».
Tale trasversalità si riscontra nel tema affrontato dalla professoressa Sorge, che nell'incontro del 26 aprile ha tenuto una lezione dal titolo “Metafisica della luce e perspectiva nei secoli XIII e XIV”. La Sorge è una storica della filosofia e insegna Filosofia Medievale all'università di Napoli “Federico II”. I suoi interessi di ricerca riguardano soprattutto il rapporto fra pensiero arabo e filosofia medievale latina; in particolare, è autrice di monografie dedicate all'averroismo.
Durante il seminario la studiosa ha ricostruito con acribia il percorso teorico che, dalle prime ricerche sull'ottica e sulla visione in filosofi come Aristotele, ha portato alla codificazione della prospettiva nei grandi trattatisti del Rinascimento quali ad esempio Leon Battista Alberti, autore del De pictura, e Leonardo Da Vinci. In questo percorso, come ha mostrato Valeria Sorge notevole è stato durante il basso medioevo, il contributo dei pensatori arabi. Questi, come è noto, sono stati i primi commentatori dello stagirita e hanno permesso una prima diffusione delle opere aristoteliche in Europa. Ma prima di arrivare all'Alberti e ai suoi successori, fra cui Piero della Francesca autore del De Prospectiva Pingendi, la riflessione sulla visione ha avuto il contributo di filosofi come Roberto Grossatesta o Ruggero Bacone. In tale percorso è stata codificata un'idea di cosa si vede e di come lo si vede che ha condotto alla codificazione della piramide prospettica, e di tutti quegli espedienti pittorici che sono visibili nei maestri del Rinascimento italiano e che tentano di dare un'impressione di profondità tridimensionale. È un argomento, quello della formazione delle regole della prospettiva, che ha importanti collegamenti con la modernità filosofica, se si pensa che è stato ripreso da studiosi come Erwin Panofsky, autore di La prospettiva come forma simbolica, un testo di capitale importanza per gli studiosi del Rinascimento italiano. Qual è il senso di questa lunga teoria – è il caso di dirlo – di pensatori che dall'antichità classica giunge fino al Rinascimento italiano? La prospettiva, vista da quest'angolazione, si chiarisce meglio nei suoi presupposti teorici, e si configura appunto come forma simbolica, come voleva Panofsky interprete in questo di Cassirer: un luogo cioè nel quale ontologia ed estetica – l'essere e la sua percezione – trovano un punto di intersezione.
A dimostrazione dell'attualità e dell'importanza del tema trattato vi è anche la presenza del professore Pio Colonnello, docente di Filosofia Teoretica presso l'Università della Calabria, il quale è intervenuto con una riflessione sulla filosofia kantiana.
Il ciclo non si conclude con il seminario della professoressa Sorge. Il 14, 16 e 17 maggio terranno delle lezioni rispettivamente Luigi Catalani, Antonella Sannino e Alessandra Beccarisi su altri aspetti della filosofia medievale.
Salvatore Chiarenza
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