Ibridità canadesi: il multiculturalismo tra realtà e letteratura
Ibridità canadesi: il multiculturalismo tra realtà e letteratura
Si chiude il ciclo di conferenze sulle Ibridità canadesi con un incontro tenuto dalla professoressa Angela Buono presso il Palazzo S. Maria Porta Coeli
Napoli, 11 maggio 2010 – Angela Buono, docente di Letterature francofone all’Orientale di Napoli, ha concluso il ciclo di conferenze sulle Ibridità canadesi, incentrando il suo discorso sul concetto di multiculturalismo in Canada.
La docente ha descritto la situazione politica, sociale e culturale della comunità canadese, servendosi anche di riferimenti letterari.
Con l’atto di unione del 1940, le due colonie canadesi dell’Alto e del Basso Canada, rispettivamente quella di cultura britannica e quella di cultura francofona, furono unite in un’unica provincia canadese con l’obiettivo di assimilare il Basso Canada alla cultura e alla lingua inglese. Infatti, cultura e lingua francofone non furono riconosciute ufficialmente prima del 1947, poiché da parte della comunità anglofona si diffuse il pensiero che due culture e due lingue avrebbero diviso troppo la collettività canadese, sottolineandone le differenze interne. Solo nel 1969 il Canada fu ufficialmente riconosciuto come Stato bilingue.
Inoltre, negli anni '60, partì un intenso movimento migratorio da varie parti del mondo che diede vita al multiculturalismo, ossia un fenomeno che mette in contatto lingue e culture differenti. Quest’aspetto sollevò sin dall’inizio un dibattito molto acceso all’interno della comunità canadese, perché parte di essa sosteneva che esso non consentisse una piena integrazione e comportasse assimilazioni e differenze. Tuttavia, nel 1971 venne varata in Canada la prima legge sul multiculturalismo che sanciva la conservazione e l’affermazione della propria identità e della propria appartenenza ad un gruppo culturale pur favorendo l’apprendimento delle lingue ufficiali, ossia l’inglese e il francese; in pratica, la legge consente tutt’ora agli appartenenti ad altre comunità di tutelare la propria identità nazionale, ma contemporaneamente di integrarsi nella comunità canadese.
A questo proposito, la professoressa Buono ha citato quattro autori letterari che hanno trattato il tema del multiculturalismo. Il primo scrittore nominato è stato Marco Micone, un italo-canadese che nell’opera Le figuier enchanté (1992) ha riflettuto sulla situazione della comunità italiana a Montréal che a causa del multiculturalismo si è trovata in una condizione di spersonalizzazione e ibridità. La seconda letterata, Nancy Huston, canadese trasferitasi in Francia, ha fatto invece un percorso inverso, lasciando un paese anglofono e scegliendo il francese come lingua per le sue opere, come in Nord Perdu scritta nel 1999. Ancora Hédi Bouraoui, tunisino che vive a Toronto, nella sua opera Ainsi parle la Tour CN (2000) analizza il multiculturalismo attraverso un’ottica transculturale, mirando ad un’integrazione tra culture diverse. Infine, Will Kymlicka nel suo Finding our ways: rethinking ethnocultural relations in Canada (1998), difende il multiculturalismo giudicandolo un fenomeno cosmopolita ed internazionale.
Si è visto quindi come indipendentemente da dibattiti più o meno accesi che il multiculturalismo ha sollevato, questo fenomeno sia parte integrante della comunità canadese tanto da diventare una componente inscindibile. Se sei canadese, sei multiculturale.
Maria Izzo, Marialberta Lamberti
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