Intervista ad Aleksander Wilkoń
Intervista ad Aleksander Wilkoń
Polacco e napoletano: così di sé Wilkoń, che lasciò la Sorbona per insegnare all'Orientale
In che modo Lei è diventato docente dell'Orientale?
"È stato nel 1993. In quel periodo insegnavo alla Sorbonne. Il direttore del Dipartimento di Studi dell'Europa Orientale, professor Nullo Minissi, mi propose di insegnare all’allora Istituto Universitario Orientale di Napoli. Accettai con gioia. Il mio arrivo unitamente a quello del professor Uspenskij permise al dipartimento una normalizzazione dell’attività didattica."
Professore, Lei insegnava soprattutto la letteratura polacca. Come è riuscito a coinvolgere ed entusiasmare gli studenti?
"Ci è voluto poco. Gli studenti napoletani sono eccezionali. La didattica deve essere interessante, accurata e trasferita con buona competenza. Non dimentichiamo che, nello spirito, la letteratura polacca da secoli apparteneva al cerchio culturale della slavia romana: era, dunque, vicina alla cultura italiana. Gli studenti bisogna saperli motivare ed interessare. Bisogna saper rendere, per quanto sia possibile, attuale e originale l’insegnamento della letteratura polacca. È utile ricordare che nel XX secolo ben quattro scrittori polacchi hanno ricevuto il Premio Nobel."
Al grande appassionato di Napoli non posso non fare la domanda: con che cosa Napoli La sorprese quindici anni fa e con che cosa lo fa oggi?
"Napoli è la mia seconda patria per molteplici ragioni. So che è “una città difficile” (come dicono i miei colleghi dell'Orientale), ma è una città insolita, antica ma bella e piena di cultura, arte, letteratura, filosofia. Qui ho trovato molti amici e un buon clima per lavorare, ho avuto tempo per studiare la ricca e drammatica storia della città. Il vivere caotico e frenetico dei cittadini napoletani mi ha sempre entusiasmato. Che bello passeggiare nei quartieri storici di questa città! Dopo qualche anno di assenza, ritorno nella mia stupenda Napoli, ritrovo le stazioni della metropolitana del Corso Umberto ancora non terminata, ma anche parecchi nuovi eleganti negozi, palazzi, caffetterie... È una città incredibilmente vivace! Mi hanno colpito i cambiamenti nell'Università. L'Orientale ha un ottimo rettore, la professoressa Lida Viganoni, brillanti e motivati collaboratori. I cambiamenti in un città così grande devono realizzarsi gradualmente, passo dopo passo. La stessa cosa sarà per l'ateneo. Vedo grande dinamismo e molti tangibili segni di cambiamenti positivi. Ne sono molto contento."
Per il Suo settantesimo compleanno L'Orientale Le ha preparato un regalo insolito: un libro in Suo onore. Ne vorrebbe parlare un po'?
"Il libro Studi in onore di Aleksander Wilkoń, Napoli 2005, è stato un bellissimo regalo, tanti contributi da numerosi e molto illustri colleghi, con una bella premessa dell’allora rettore professor Pasquale Ciriello. Sono rimasto molto contento della bella e accurata elaborazione grafica del libro, il merito è del mio grande amico Umberto Cinque. Approfitto di questa intervista per ringraziare ancora una volta tutti gli autori del libro."
Lei è anche ideatore del progetto di Genius Loci, in cui il protagonista è il territorio e il suo messaggio trasmesso tramite diversi mezzi. Perché il Genio del Luogo è importante per un uomo contemporaneo che è cittadino del mondo?
"Il "Genio del Luogo", in latino Genius loci accompagna ogni uomo ragionevole e sensibile, non solo come il genio dell'infanzia, ma anche nel prosieguo della propria vita. È un genio buono. È “una piccola patria” dalla quale si può partire con la certezza di poterci ritornare, almeno nei ricordi. Napoli è una città particolare. Non devo convincere nessuno di questa cosa. Tanti hanno scritto su Napoli ed ultimamente: Teresa Wilkoń, Napoli nella poesia polacca XIX ed inizio XX secolo ed ancora un lavoro frutto della collaborazione dei professori dell’Orientale e dell'Università della Slesia: Napoli nella cultura mondiale. Ai contenuti di questi libri aggiungerei la cucina, il sapore del pane napoletano, il profumo dei frutti di mare, i numerosi meravigliosi prodotti dell’artigianato e l'eleganza della moda. Il detto italiano, conosciuto da oltre cent'anni in Polonia, “Vedi Napoli e poi muori”, preferirei che fosse sostituito con “A Napoli godi ogni momento della vita”."
Adriana Elżbieta Kaszycka
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