Intervista al professor Amedeo Di Maio

 

Intervista al professor Amedeo Di Maio

Professore Amedeo Di Maio

Risale a pochi giorni fa l’avviso del cambiamento del sistema di contribuzione studentesca che sarà attivo dal prossimo anno accademico. A tal proposito, abbiamo incontrato il professor Di Maio, presidente dell’apposita Commissione, che ha chiarito alcune questioni sollevate dagli studenti. 
L’incontro è stato anche l’occasione per parlare delle novità e dei progetti della Facoltà di Scienze Politiche, di cui Di Maio è Preside

Professor Di Maio, oltre ad essere Ordinario di Scienza delle finanze, Lei è anche il Preside della Facoltà di Scienze Politiche. Come concilia i due ruoli?
 
"A dir la verità sarò Preside ancora per poco perché ad ottobre scadrà il mio mandato e non sono più rieleggibile essendo stato nominato già due volte per ricoprire questo incarico. Ho cercato di conciliare i due ruoli come fanno tutti i Presidi di Facoltà, sacrificando inevitabilmente la parte dedicata alla ricerca che è più soggetta alla discrezionalità del docente, soprattutto in termini di tempi di realizzazione. Ciò non vale per la didattica, che invece ha tempi e modalità più vincolati."
 
Ci sono delle novità per gli studenti della facoltà di Scienze Politiche dal punto di vista dell’ offerta formativa?
 
"No, non ci sono delle novità. Abbiamo lasciato invariata l’offerta formativa dell’anno accademico 2009-2010, ed è un bene che sia stato così. Le offerte formative dovrebbero avere una costanza nel tempo e quando questo non è stato possibile non è dipeso solo direttamente da noi, ma anche da nuovi vincoli imposti dal legislatore."
 
Cosa pensa del passaggio dal D.M. 509/99 al D.M. 270/04 e quindi da una tipologia di laurea ad una magistrale?
 
"Da un lato c’è stato un cambiamento solo terminologico, sebbene il mutamento nelle parole contiene sempre un pensiero diverso (“Specialistica” risuona più prossima alle specializzazioni del mercato del lavoro, “Magistrale” di più al livello superiore della formazione culturale), dall’altro sono stati introdotti nuovi vincoli che giustamente hanno disincentivato la parcellizzazione dei crediti e quindi la numerosità degli esami. La Facoltà che presiedo è sempre stata, tuttavia piuttosto parca."
 
A tal proposito ci sono dei progetti in cantiere? Come pensate di operare?
 
"Dei progetti ci sono, anche se non ancora dettagliati. Sono connessi alle prevedibili nuove norme contenute nel DDL in discussione al Senato. Si dovranno affrontare due aspetti: il primo riguarda le difficoltà, di chi opera all’ interno dell’ università italiana, di soddisfare le condizioni introdotte dal Ministero; l’ altro fa riferimento al tentativo di rendere l’ offerta formativa più snella e consentire una maggiore mobilità interna dello studente. A tal proposito dobbiamo cercare di ridurre il numero dei corsi di laurea magistrale che attualmente sono cinque. Si tratta di un’ operazione di “dimagrimento” dovuta al fatto che il Ministero, insieme con il Parlamento, ci stanno obbligando ad un impossibile turn-over riguardante i docenti che vanno in pensione."
 
 
Professor Di Maio, Lei è anche Presidente della Commissione per l’implementazione del nuovo sistema di contribuzione studentesca. Il 15 Giugno si è svolta a Palazzo Corigliano una assemblea di ateneo per contestare la riforma delle tasse universitarie. Come cambierà il sistema di contribuzione studentesca dall’ anno accademico 2010-2011?
 
"Ci tengo a precisare che è stata una assemblea alla quale non sono stato invitato, per questo motivo non so bene cosa sia stato detto a Palazzo Corigliano. Da un volantino che ho letto penso si possa ritenere che non sia stato contestato il criterio generale approvato, ma alcuni aspetti legati soprattutto all’ammontare degli scaglioni. E’ bene tuttavia chiarire anche alcuni aspetti di natura generale e teorica.
Il contributo che lo studente versa all’università per i suoi studi si chiama “tassa” ed è tenuto a pagarla in considerazione della controprestazione che riceve attraverso l’erogazione dei servizi. Molto diversa è invece l’imposta, che non presuppone nessuna controprestazione di servizio: chi paga potrebbe in teoria non ricevere nulla e chi invece è esente da qualsiasi costo, ricevere l’offerta del servizio.
In quanto a tutti gli studenti è concesso in egual modo ed in egual misura di accedere a determinate prestazioni, la tassa deve essere uguale per tutti e quindi unica. Ne discende che ci sono delle condizioni di natura meritoria che possono comportare degli sconti sulla tassa stessa per gli studenti che le posseggono.
Se sono stato chiaro con riferimento al concetto di tassa, allora deve essere chiara una cosa: non ci sono studenti che devono pagare di più; ci sono solo studenti che si desidera che paghino di meno.
Ne discende che bisogna decidere chi deve godere di determinate agevolazioni.
Attualmente, la riduzione della tassa avviene in maniera iniqua ed anche questo aspetto sembra essere stato condiviso un po’ da tutti gli studenti. La principale iniquità consiste nel fatto che un solo centesimo di euro in più può determinare un forte incremento della tassa.
Il problema, per me condivisibile, sollevato dagli studenti riuniti in assemblea, riguarda il capire al di sopra di quale fascia non ci debbano essere sconti e fino a quale fascia ciò possa invece avvenire nella misura più ampia possibile.
L’impostazione che ho dovuto dare come Presidente della Commissione per l’implementazione del nuovo sistema di contribuzione studentesca, ha tenuto presente un vincolo con il quale ho dovuto operare: quello che non si modificassero né la fascia al di sopra della quale si paga il contributo in modo totale, né quella iniziale, che invece, ha il massimo sconto. Diversamente, avrei non rispettato la costanza della pressione tributaria.
La determinazione dell’ammontare delle nuove basi imponibili è  un problema tecnico legato al cercare di capire se esiste una corrispondenza tra l’ attuale base imponibile, data dal reddito netto, e la base imponibile futura (calcolata in base all’ISEE). Poiché nessuno può essere certo del rapporto esistente tra queste due variabili, la Commissione ha suggerito al Consiglio di Amministrazione e al Senato Accademico di stimare più volte questo rapporto sulla base di sempre maggiori informazioni, che arriveranno soprattutto con l’inizio delle nuove dichiarazioni.
Infine un'altra contestazione riguarderebbe la distinzione tra il contribuente che vive in una abitazione in locazione e chi vive in una casa di proprietà. A parità di reddito iniziale ISEE, per il secondo caso, la base imponibile sarà più elevata, ma ciò dipende dal decreto ministeriale, noi non possiamo farci nulla, salvo a violare quella pressione tributaria che invece deve restare costante."
 
Qual è, quindi, la Sua posizione nei confronti degli studenti?
 
"Non c’è nessuna contrapposizione tra l’ateneo e gli studenti, in quanto non c’è nessuna intenzione di aumentare la pressione tributaria. Inoltre resto sempre disponibile con i rappresentanti degli studenti per dettagliare gli aspetti di natura più tecnica. La Commissione continuerà a stimare l’entità delle nuove basi imponibili e si sarà sempre disponibile al confronto con le rappresentanze studentesche."
 
Con il nuovo sistema di tassazione saranno previste delle agevolazioni per studenti con handicap e per quelli meritevoli?
 
"Certo, questi aspetti sono rimasti invariati. L’unica cosa che abbiamo rivisto riguarda le condizioni di “studente meritevole”. Mentre prima per rientrare in questa categoria bisognava aver maturato almeno la metà dei crediti formativi (cfu) previsti in un anno, adesso la soglia è stata alzata a 40 cfu per gli iscritti al secondo anno e a 100 cfu per gli studenti del terzo. Ovviamente tali agevolazioni valgono per tutti gli studenti in corso, iscritti sia a corsi di laurea triennale che magistrale."
 
Cosa si sente di dire agli studenti che leggeranno questo Suo intervento?
 
"Credo molto nel dialogo e nel fatto che nessuno sia portatore di una verità assoluta. Ogni contributo volto al miglioramento è ammesso, nei limiti prestabiliti. Capisco che parlare di tasse è sempre un tasto dolente e che si è sempre portati a pensare che quando c’è una riforma, questa è mossa per aumentare le “gabelle”, piuttosto che la giustizia. Ma non è così. Vorrei assicurare ancora una volta gli studenti che non c’è alcuna intenzione di aumentare la tassazione. Naturalmente, per eliminare l’attuale iniquità si sarà costretti a far pagare di meno alcuni, ma di più altri. Questi ultimi non si convinceranno mai della giustezza del provvedimento."

Chiara Pasquinucci - Direttore: Alberto Manco