L’antica Romania nella letteratura francese medievale
L’antica Romania nella letteratura francese medievale
Il 23 maggio, nella Biblioteca Europa dell’Università L’Orientale è stato presentato il volume di Giuseppe Stabile Valacchi e Valacchie nella letteratura francese medievale (Edizioni Nuova Cultura di Roma, 2011, 268 pp., 16 €)
Il libro Valacchi e Valacchie nella letteratura francese medievale, espressamente dedicato alla memoria di Pasquale Buonincontro, che fu il primo maestro di Lingua e Letteratura Romena dell’autore Giuseppe Stabile, tratta della delicata questione dell’etnonimo Valacco e del corrispondente toponimo Valacchia.
L’autore, laureato due volte in Lingue all’Orientale e addottorato in Filologia romanza alla Sapienza di Roma, ha continuato e valorizzato più che un lavoro, una vera e profonda passione per il mondo romeno che Buonincontro aveva cominciato anni addietro: analizzare l’origine e l’evoluzione dei termini attraverso le principali tradizioni linguistiche medievali, da quella bizantina a quella francese. La sua accurata ricerca etnografica su testi di letteratura francese riporta attestazione dei due termini in quella antica e media, e offre una bibliografia organizzata sul confronto tra le diverse e contrastanti storiografie e filologie balcaniche sul tema.
Con l’intervento della professoressa Luisa Valmarin dell’Università La Sapienza, esperta di Medioevo romeno e balcanico, si è aperta la presentazione. Valmarin ha descritto l'autore del volume come uno studioso che ha saputo dare un contributo ingente alla storia romena, servendo su un piatto d’argento una bibliografia atta come poche altre a studiare la cultura di quel popolo che abitava vicino ai Balcani e che non sempre viene preso in adeguata considerazione da alcuni settori di studio che pure dovrebbero avere a cuore la questione. A conclusione del discorso la docente ha ringraziato l’Orientale per la formazione di figure come Stabile e per gli scambi di dottorandi che, come nel suo caso, possono essere così proficui.
I Valacchi hanno un’origine spinosa, come spiega Inoslav Bešker, serbo-croatista e lessicologo dell'Università di Bologna. Egli parla di quella gente, annoverata con il popolo Rumano o Romano, che abitava nella parte meridionale della Romania e che rimarrà Valacchia anche dopo le importanti trasformazioni che riguarderanno la macroregione. Essi avrebbero mantenuto dunque il nome e la lingua, tenendo ferma la loro identità anche dopo diverse occupazioni da parte di invasori. Tuttavia, nonostante i molti nomi illustri associati a questo popolo, se ne conosce ancora poco. E se ciò che occorre è un lavoro di ricerca meticoloso, Stabile è stato capace di ricomporre un mosaico della storia del popolo dei Valacchi come nessuno aveva forse fatto prima, come afferma Bešker.
Giovanella Fusco-Girard, che ha tenuto l’ultimo intervento nell'ambito della presentazione del libro, ha ricordato che il popolo Valacco non è presente solo nella letteratura francese ma anche in quella persiana, armena, slava, germanica, latina e persino nella narrativa orientale. Quello che però Fusco Girard vuole sottolineare è ciò che l'autore ha fatto e l'importanza dei testi su cui effettivamente ha lavorato, ossia 125 frammenti di letteratura francese medievale di cui 37 risalenti al periodo tra il XII e XIV secolo, di grande importanza: Stabile ha cercato come un cane da tartufo nel periodo buio di quel pezzo di Impero romano sopravvissuto nell’est dell’Europa, e sicuramente meritevole di studi e approfondimenti che, a ripartire anche da questo volume, potranno essere ora ulteriormente approfonditi.
Nunziata Napolitano
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