La Primavera Araba: a che punto è la transizione?
La Primavera Araba: a che punto è la transizione?
Un Workshop all’Orientale per capire quale direzione sta prendendo la transizione in Medio oriente e Nord Africa
5 luglio 2013 – A Palazzo du Mesnil si è svolto un workshop dal titolo Rights and democracy in North Africa: local and International discourses and practices promosso dal Dipartimento di Scienze Umani e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. L’iniziativa ha occupato l’intera giornata con diverse sessioni dei lavori, la prima dal titolo Citezenship rights’ debite in comparison: Tunisia, Egypt and Morocco, la seconda intitolata The changing (?) role of external actors: US and EU approaches. A chiusura, nel pomeriggio, si è tenuta una tavola rotonda sui dilemmi concettuali delle transizioni in atto nel Nord Africa con Moataz El Fegiery, dottorando alla School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra ed ex direttore esecutivo del Cairo Institute for Human Rights Studies, con Gennaro Gervasio, docente presso la British University de il Cairo, con il professore Armando Salvatore dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, e con Ward Vloeberghs, professore del Centre de Recherches sur l’Afrique et la Méditerrané di Rabat. Ruth Santini, organizzatrice dell’incontro, ha introdotto la discussione e ha condotto il workshop tra gli interventi degli ospiti e il dibattito nato nella sala. Nella prima sessione dei lavori Pietro Longo, dottorando in Studi Mediorientali all’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, i già citati Moataz El Fegiery e Ward Vloeberghs, e Elizabeth Iskander, ricercatrice alla University of Warwick, hanno analizzato la transizione avviatasi con la cosiddetta primavera araba iniziata nel 2010/2011 soffermandosi sui diversi aspetti del processo costituente in Tunisia, Egitto e Marocco. Nei primi due paesi il peso politico e organizzativo delle forze islamiste (in particolare al-Nahda in Tunisia e la Fratellanza Musulmana in Egitto) ha condizionato la fase immediatamente successiva alle rivoluzioni che hanno deposto Ben Ali da una parte e Mubarak dall’altra. In Marocco il re Mohammad VI invece è riuscito a riequilibrare la spinta dei manifestanti inaugurando una riforma costituzionale che ha conferito maggiori poteri alle forze politiche che riescono a vincere le elezioni parlamentari, ma che allo stesso tempo garantisce e rafforza la monarchia e il re, “comandante dei credenti” e capo dello stato. L’aspetto che accomuna i paesi nordafricani in questione è la perdurante tensione socio-economica che non ha trovato risoluzione nel processo di transizione almeno fino ad oggi; il caso più evidente è quello egiziano che proprio in questi giorni ha dimostrato che le sfide poste dalla primavera araba sono ancora tutte da dirimere, a partire proprio dalla questione economica, e ancora sono da definire i rapporti tra le forze islamiste, quelle secolari e gli ordinamenti statali.
L’altro punto centrale del workshop, l’approccio statunitense e quello europeo rispetto ai cambiamenti in atto nella regione del Medio Oriente e Nord Africa, è stato affrontato da Emiliano Alessandri, membro del German Marshall Fund of the US a Washington, Richard Youngs, professore presso la University of Warwick, e Mattia Toaldo, membro dell’ European Council on Foreign Relations a Londra. Il passaggio dalla politica di reazione dell’era Bush a quella del mutuo rispetto dell’era Obama è il primo elemento che definisce le nuove relazioni tra l’Occidente e il Medio Oriente per usare categorie spesso abusate. Gli interessi americani nell’area intanto restano gli stessi, e cioè la politica di sicurezza e la tutela degli interessi economici americani, mentre il processo democratico, pur alimentato dalla retorica americana sulla democratizzazione, porta al potere forze islamiste spesso anti-americane; e l’Unione Europea intanto inaugura una politica di normalizzazione dei rapporti con le formazioni islamiste che hanno conquistato un crescente peso politico. Molte sono le questioni irrisolte, a partire proprio dai rapporti economici e politici tra i paesi dell’area del Medio Oriente e Nord Africa con gli Stati Uniti e l’Unione Europea; la transizione è in atto, l’Egitto di questi giorni ne è la prova, e le popolazioni coinvolte sembrano essere ben consapevoli della fase quando riescono a mettere ancora una volta tutto in discussione.
Nicola Di Mauro - Direttore: Alberto Manco
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