La scomparsa di Giuseppina Buono

 

La scomparsa di Giuseppina Buono

Giuseppina Buono

Dolore e smarrimento per la scomparsa della giovane Collega, docente di Lingua spagnola

Napoli, L'Orientale, 16 maggio 2012 – Lutto in Ateneo per la scomparsa della giovane Collega Giuseppina Buono. Il dolore per la tristissima notizia corre rapido per le varie sedi. Il Rettore Lida Viganoni ha espresso a nome suo personale e dell'Ateneo il dolore per la perdita della giovane collega ispanista. "Troppo giovane", ha ripetuto il Rettore, "cosa che, se possibile, aumenta il rammarico e lo sconforto. E non posso fare a meno di pensare che è stata, prima che collega, una nostra brava studentessa: un percorso all'Orientale che era ancora in atto e che Giusepppina Buono stava realizzando in maniera davvero credibile riuscendo in tempi brevi a farsi riconoscere ed apprezzare dagli studenti, e non certo solo da loro. Siamo tutti profondamente colpiti per la sua scomparsa".
Nella prima mattinata, appresa la notizia, il Preside Augusto Guarino aveva immediatamente comunicato che presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere tutte le lezioni del giorno erano sospese: era la Facoltà di Giuseppina Buono, per tutti Pina. Il professore Guarino ha rappresentato il suo stato d'animo nella maniera più spontanea, lasciando ben comprendere quanto grande fosse l'affetto, oltre alla stima professionale, che nutriva per la collega scomparsa: "Sono distrutto. Non perdo solo una collega di cui avevo grande considerazione, ma un'amica che noi tutti, all'interno della nostra comunità, sentivamo come di famiglia. Pina Buono è stata vicina fino alla fine. Ancora in questa sessione di Lauree in corso ce la siamo ritrovata pronta a dare una mano, a mettersi a disposizione per la condivisione del lavoro che qui quando occorre facciamo assieme. Voleva questo: dare, e in concreto, il suo contributo alla comunità nella quale credeva, di cui era diventata parte".
Successivamente il professore Salvatore Luongo, Direttore del Dipartimento di afferenza di Giuseppina Buono, ha rimandato il Consiglio convocato per oggi. Commozione e disorientamento sui volti di tutti. “Devo dare la più triste delle comunicazioni”: con queste parole Luongo ha aperto un Consiglio composto e silente. E ha continuato: “Avrei dovuto aprire questo Consiglio con ben altro tipo di comunicazioni, ma stanotte si è spenta Giuseppina Buono”.
Una collega, e anche un'amica di molti dei presenti. Si era formata all’Orientale, amava l'università dove si era laureata nel 1999 in Lingue e Letterature Straniere, aveva fortemente voluto continuare a starci fino a vincere un posto di ricercatore nel settore di Lingua spagnola. Vantava periodi di studio all’estero con perfezionamenti a Madrid, a Caracas, a Barcellona. “La morte è sempre scandalosa. Quando si hanno meno di quarant’anni la morte è ancora più scandalosa”, dice Luongo. Ed è comprensibilmente difficile raccogliere ricordi e testimonianze tra i colleghi scossi da una notizia così inattesa e triste. Giuseppina Notaro la ricorda come “una donna piena di vita, allegra. Sempre disponibile, anche nell’ambito lavorativo. Quando c’era bisogno di aiuto, lei c’era”. È così. Anche quando stava già male, come tutti sapevamo, Pina Buono c’era, partecipava. Ancora presente ad un recentissimo Consiglio di Dipartimento, aveva partecipato con battute e contribuito con la consueta brillante intelligenza allo scambio con alcuni colleghi su alcune questioni di cui si discuteva quel giorno. Poi aveva partecipato a un incontro festoso in una pizzeria per salutare un gruppetto di ricercatrici che uscivano dal servizio: la sua allegria, la sua generosa capacità di relazione erano state come sempre indispensabili, preziose.
Tangibile il dolore nell’Ufficio della Presidenza della sua Facoltà. Al telefono risponde Adele Lancia. La voce tradisce la commozione. Riassume Pina Buono in due parole: “Era forte. Molto forte”. Non occorre altro. A via Duomo intanto alcuni studenti sostano nei pressi del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati. Appare subito chiaro quale sia l’argomento al centro dei loro discorsi. Hanno saputo e parlano con affetto, rispetto. “Quelle della professoressa Buono erano lezioni che non dimentico. Trovava la maniera di renderle accattivanti, e ci riusciva. Sapeva insegnarci lo spagnolo”, ricorda Lucia. Un approccio efficace alla disciplina che era ampiamente apprezzato. Anche in questo modo Pina Buono invogliava gli studenti ad amare l’Orientale, la loro Università. Sara vuole ricordare come sia stata presente “fino agli ultimi giorni, senza far trasparire nulla. Presente alle lezioni fino a quando ha potuto”. Sulla stessa linea Rita: “Mostrava il suo amore per quello che faceva. L’amore per il suo lavoro, quello per la cultura: sapeva farci capire quanto fosse importante la cultura. E, non ultimo, l’amore per la Spagna”. Anche Fabrizio ne ha un ricordo che si ricostruisce attraverso alcuni significativi dettagli. “Entrava in aula e ci chiedeva se tutto era a posto. Aveva un approccio positivo. Sapeva scherzare pure restando nella serietà della didattica. Era una persona verace”. E anche lui testimonia di quanto Pina Buono contribuisse a far apprezzare l’Orientale.
Amaro, stamattina, andare alla ricerca di una sua foto, scorrere la sua pagina personale nel sito dell'ateneo, leggere della sua formazione, ritrovarla sorridente su un social network.

A. M.