La scoperta della tradizione arabo islamica
La scoperta della tradizione arabo islamica
Il maestro Salvatore Morra presenta il sistema musicale arabo islamico
La musica occidentale, quella della canzoni pop, del Don Giovanni di Mozart o di Ennio Morricone è il portato di secoli di riflessione teorica e di codificazione di regole. Accanto a questa tradizione, però, ne esistono altre, che utilizzano una grammatica differente. Quello della musica occidentale, lungi dall’essere universale, è un sistema musicale tra gli altri, e non è nemmeno il più antico. Vi sono dei sistemi musicali che, sebbene non siano stati codificati per iscritto, com’è accaduto in Occidente con la semiografia, vantano una tradizione ben più antica di quella della musica occidentale. Di queste tradizioni musicali ha parlato il Maestro Salvatore Morra durante l’incontro di Musica Occidentale Orientale, tenutosi lunedì 14 maggio a Palazzo Corigliano. Chitarrista e studioso di musica araba nonché laureato in Studi arabo–islamici all’Orientale, il M° Morra è autore del volume Il liuto magico. Incontro con l’üd e la musica nel mondo arabo islamico. Durante l’incontro intitolato “Il Cairo 1932. Musicologia Comparata” il Maestro ha presentato i suoni, gli strumenti e il sistema musicale dei paesi arabo islamici. Lo spunto è dato dal convegno che dà il titolo all’incontro: nel 1932 alcuni musicologi organizzarono un simposio nella capitale egiziana, nel quale, per la prima volta, fu indagato con i mezzi raffinati della musicologia occidentale il patrimonio musicale arabo. Per due settimane 40 musicisti provenienti da cinque paesi, dalla Siria fino al Marocco, suonarono le loro musiche tradizionali davanti ai delegati, fra i quali figuravano compositori di spicco come Bela Bartòk.
Gli studiosi riunitisi al Cairo si trovarono di fronte a un sistema musicale totalmente diverso nel quale le note suonate dai musicisti non erano le stesse della musica occidentale. Non solo l’improvvisazione, affidata a ogni singolo musicista, era la norma ma ogni gruppo di musicisti seguiva la variante della tradizione musicale del paese di provenienza. Ad esempio: mentre la tradizione musicale occidentale considera le note do diesis e re bemolle esattamente identiche, la tradizione musicale arabo islamica le considera diverse, poiché utilizza una diversa suddivisione dell’ottava.
In base a tali premesse, fu impossibile per quegli studiosi codificare delle forme musicali che erano basate sull’improvvisazione e sulla variazione continua. Quello che però i musicologi poterono fare fu catalogare un patrimonio di forme musicali, di strutture e di strumenti, e studiarlo con cognizione. Allo stesso tempo il convegno fu l’occasione per i musicisti arabi per prendere confidenza con un modo diverso di approcciarsi alla musica che, seppur estraneo alla propria cultura, permetteva di rendersi conto della propria tradizione musicale e tentare di fissarla. Ma il risultato più importante fu che, per la prima volta, i musicologi occidentali si resero conto dell’esistenza di altri sistemi musicali estranei alla musica da loro conosciuta, la quale finiva così per perdere il suo carattere eurocentrico. Non a caso, i più aperti a riconoscere queste tradizioni fra coloro che parteciparono a questo convegno furono i musicisti, come Bartòk, noto peraltro per le sue ricerche etnomusicologiche.
Con questa lezione i temi affrontati dal ciclo si spostano sul versante orientale della musica, a partire dal Mediterraneo. La lezione di Salvatore Morra dà infatti inizio a un mini ciclo che approfondirà il discorso da lui iniziato, con la presenza di strumentisti e di esibizioni dal vivo. Il calendario sarà il seguente e differisce dal programma riportato sulla locandina di Musica Occidentale Orientale. Gli incontri si terranno nell’aula Mura Greche (anziché nella 3.4 di palazzo Corigliano), senza variazioni di orario ma secondo il seguente calendario:
- Lunedì 21 maggio: Stefano Aruta accompagnato da Salvatore Morra e Umberto Maisto alla chitarra;
- Lunedì 28 maggio: Maurizio Villa alla vihuela, Salvatore Morra all’üd e Ugo Di Giovanni all’arciliuto.
Salvatore Chiarenza
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