Le traduttrici napoletane dimenticate dalla Storia

 

Le traduttrici napoletane dimenticate dalla Storia

I fratelli De Filippo

"Esiste una questione femminile nella traduzione"

"Esiste una questione femminile nella traduzione. Il ruolo delle donne ancora non è stato ben riconosciuto: per esempio testi di Shakespeare non sono mai stati affidati a una traduttrice italiana ma solo a traduttori, e non esistono storie della traduzione che rendano giustizia alle traduttrici, perché sono improntate alla celebrazione dei soli traduttori", dichiara l’anglista Oriana Palusci, docente dell’Orientale, che aggiunge: "Nell’800, per fare un altro esempio, fiorì una vera e propria scuola di traduttrici napoletane, grazie al ruolo di capitale culturale di Napoli, eppure nessuno storico si è mai interessato alla questione…".
Questo è solo uno degli aspetti affrontati nella tre giorni di convegno internazionale che si terrà da lunedì 19 a mercoledì 21 presso la sede dell’Orientale di Palazzo Du Mesnil, a partire dalle ore 9.00. L’organizzatrice del convegno, la Palusci, ha voluto riunire esperti provenienti da diverse università italiane e straniere (Australia, Canada, Regno Unito, Spagna), anche per affrontare il tema della diversità di traduzione a seconda se si tratti di traduttori o traduttrici.
Tra i relatori, si segnala l’intervento dell’anglista presso l’Orientale Jocelyne Vincent (lunedì alle ore 16.00) sulle diverse traduzioni in inglese di Filumena Marturano. La commedia di Eduardo è stata tradotta 4 volte, da due uomini e due donne. Quali le differenze dovute al genere? "È uno studio molto complesso, che deve tenere conto di tantissime sfumature e variabili dovute anche al fatto che poi il testo va recitato. Eppure", secondo la Vincent, "una prima considerazione si può fare: nella traduzione di Zeffirelli messa in scena in Inghilterra nel ’78, si ha di fronte la versione più maschilista, con un abuso della parola puttana che nella commedia non esiste affatto".

La Redazione

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