Momenti romantici in Germania: Sogno, Amicizia e Notte
Momenti romantici in Germania: Sogno, Amicizia e Notte
Secondo appuntamento romantico all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli
I giorni 12, 14 e 16 settembre il professor Antonio Gargano, curatore dell’evento, ha proposto un’analisi di alcune delle parole chiave tipiche del Romanticismo tedesco.
Una delle parole che più di tutte si è fatta spazio nel mondo romantico è certamente «Sogno». Numerosissimi sono i casi in cui autori, ricorrendo al suo utilizzo, hanno fatto di questo concetto uno dei simboli incontrastati dell’espressione romantica.
Il primo esempio proposto da Gargano è stato quello di Lichtenberg, fisico oltre che scrittore il quale, pur non godendo di particolare fama in Italia, si è rivelato essere un grande precursore della visione romantica del Sogno.
Ed è proprio il Sogno, a cui viene attribuita una funzione rivelatrice, che consentirebbe all’uomo di rimediare a quella spaccatura da lui stesso provocata; la stessa che ha messo fine all’originaria realtà unitaria.
Ma l’inafferrabile antica unità potrà appunto essere avvicinata contrastando la razionalità della veglia proprio attraverso l’autonomia del Sogno.
Il fisico finirà poi per dedicarsi al binomio Sogno – Morte: sognare ci riporterebbe ad una condizione originaria, precedente alla nostra stessa nascita.
In ultima analisi però, Gargano ha spiegato che proprio a causa di quest’ultima funzione attribuita al Sogno, è necessario controllare o ancor meglio dimenticare ciò che sogniamo perché la dimensione metafisica con cui entriamo in contatto potrebbe mettere in pericolo la nostra stessa psiche, fino addirittura a portarci alla follia.
Della stessa unità di cui parlava Lichtenberg, si sono occupati anche i cosiddetti Filosofi della Natura: ancora con il Sogno ci è consentito riconquistare l’Unità della Natura persa.
« […] Il sonno è il profondo ritorno dell’anima in se stessa e in ognuno di noi dorme la vera storia del mondo». E' così che Steffens esprime la sua opinione rispetto all’elemento romantico del Sogno; opinione questa, che accenderà la sua nuova intuizione: la Veglia eccessiva. Steffens infatti, esprime la particolare esigenza di dormire di più: il Sogno viene descritto come una fonte di completezza e dunque, di salute. La veglia invece, appunto eccessiva, rappresenta la malattia dell’uomo civilizzato.
In ultima analisi, rispetto alla questione del Sogno, Gargano ha citato Troxler.
Quest’ultimo, ne “La Simbolica del Sogno”, descrive il Sogno come un linguaggio simbolico, capace di rivelare due delle dimensioni umane: quella animalesca e quella metafisica, definita questa, come proiezione di un frammento umano superiore.
La seconda giornata ha visto «Amicizia» come altra parola – chiave analizzata.
Partendo da Goethe, Gargano ha rilevato la presenza dell’elemento dell’Amicizia più volte descritto nei romanzi dell’autore. Ne “I dolori del giovane Werther” abbiamo il fallimento da parte del protagonista di conciliare l’elemento dell’Amore con quello dell’Amicizia: Alberto, nel nome di tale conciliazione, finisce per accettare la presenza di Werther nella sua relazione con Carlotta; Werther sceglie piuttosto di suicidarsi.
Nel “Wilhelm Meister” invece, l’aspetto dell’Amicizia funge da strumento pedagogico, funzionale alla formazione strategica del protagonista.
Lasciata da parte per un attimo la letteratura, Gargano ha poi sottolineato la rilevanza che un elemento religioso come quello del Pietismo ha assunto nell’affermazione del concetto di Amicizia nel contesto romantico.
E' stato appunto il Pietismo che, in risposta all’eccessivo intellettualismo promosso dal Protestantesimo, si è proposto come religione del cuore, divulgatrice di un’Amicizia che unisce tutti gli uomini nel nome di Cristo. A proposito di questo, si è fatto riferimento al pensiero di Klopstock: è proprio con lui che il Cristianesimo si è manifestato come elemento fondante del concetto di Amicizia.
Concludendo la tematica della seconda giornata, ci si è chiesti in che termini si può parlare del concetto di Amicizia prescindendo lo sfondo cristiano: cosa significava essere amici prima di Cristo?
L’ultimo appuntamento è stato dedicato alla parola – chiave «Notte».
«Il mondo deve essere romanticizzato». E' interpretando questa affermazione di Novalis che si può stabilire l’importanza dell’elemento notturno nel Romanticismo.
La Notte si fa sinonimo di un’interiorità umana tutta da scoprire: unica verità pensabile in un mondo in cui tutto deve essere interpretato. «L’Universo non è forse in noi?», chiede ancora Novalis.
Fu dopo la morte di Sofia, sua giovanissima amata, che Novalis si avvicinò all’elemento notturno: gli “Inni alla Notte” risalgono al 1799.
All’interno di queste composizioni si fa largo spazio alla presenza del femminile: la madre, la Madonna, Sofia e ancora Selene (simbolo quest’ultima della Luna e quindi di femminilità portatrice di irrazionalità) sono qui descritte come Sole della Notte, una Notte che grazie a loro si appresta a divenire nuziale.
Tale celebrazione del femminile e dell’elemento irrazionale e disordinato anticipa palesemente quello che poi Bachofen intenderà qualche anno più tardi con il suo concetto di Matriarcato.
Ma se negli Inni di Novalis è evidente un totale abbandono alla Notte/Morte che ci sottrae a qualsiasi ritorno al giorno, nella lirica “Pane e Vino” di Hölderlin la Notte preannuncia il sorgere di una nuova luce.
Il poeta, unico eletto che riesce ad aggrapparsi a quel frammento di verità celato nel messaggio che la stessa Notte gli sussurra, è vittima di una necessaria sofferenza: il suo sacrificio ricondurrà il popolo alla luce del giorno; luce di cui, prima dell’abbandono degli Dei, gli antichi greci hanno goduto.
Lorena Jessica Alfieri
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