Museo didattico Umberto Scerrato: grande soddisfazione del Rettore Lida Viganoni
Museo didattico Umberto Scerrato: grande soddisfazione del Rettore Lida Viganoni
“Museo Orientale Umberto Scerrato”, tutto pronto per l'inaugurazione. Il Rettore Viganoni: “Segno forte della identità del nostro Ateneo”
In vista della prossima inaugurazione del Museo Orientale “Umberto Scerrato”, il Rettore dell'Università degli studi di Napoli “L'Orientale”, Lida Viganoni, ha gentilmente concesso qualche anticipazione, e le sue prime parole sono di totale apprezzamento per la realizzazione del Museo. Anzi: se dovesse scegliere qualcosa per cui essere ricordata una volta che si sarà concluso il suo mandato di Rettore, Lida Viganoni non ha dubbi: il Museo Scerrato rientra tra quelle. E precisa: “Da sola certo non avrei potuto farcela. Voglio dire anzi immediatamente che ho trovato Lucia Caterina al mio fianco in maniera determinante”.
L’eco di questo sentimento di condivisione risuona nelle parole della collega archeologa, contattata anch'ella prima dell'inaugurazione dal Web Magazine d'Ateneo: "L'idea del Museo era stata già avanzata negli anni Settanta dal professore Umberto Scerrato perché c'erano numerosi materiali che giacevano in Ateneo e che avrebbero potuto trovare una adeguata collocazione. Tuttavia, all'epoca, non è stato dato seguito al progetto. Solo parlandone con il Rettore Viganoni, grazie alla sua sensibilità e al suo sostegno, è stato possibile costituire il Museo”.
Oggi questi reperti sono confluiti nell'idea di un Museo che si presenterà innanzitutto come strumento didattico. Infatti, accanto ad esso, è stato creato un laboratorio archeologico nel quale si terranno esercitazioni, seminari e attività durante le quali gli studenti potranno entrare in diretto contatto con queste testimonianze: ceramiche antiche, bronzi, sigilli orientali, stele antiche ed iscrizioni, e così via.
L’ingresso del Museo “Umberto Scerrato” è per sua natura quello del portone di legno di palazzo Du Mesnil su via Partenope, un ingresso che, a veder bene, acquista d’un tratto, con questa struttura, un senso del tutto nuovo: riempendosi, e accogliendo con i segni più significativi possibile chi entra nella principale sede istituzionale dell’Ateneo. Segni che manifestano senza mediazioni un segmento fondamentale della storia di questa Università, che consentono di ricostruire il lavoro effettuato in contesti remoti, quasi facendo avvertire i rumori e le voci di quella ricerca sul campo di cui l’Orientale ha saputo farsi promotrice tenendo alto il prestigio che le è ovunque riconosciuto.
“Noi qua facciamo tante cose, cose grazie alle quali il nome del nostro Ateneo fa il giro del mondo, e il Museo Scerrato contiene materiali molto specifici che restituiscono il senso di una parte importante delle nostre iniziative. Il senso della nostra stessa esistenza”, dice il Rettore.
Ma da dove provengono i preziosi reperti? Ebbene, quanto è ora possibile ammirare è stato a lungo conservato presso l’ex Dipartimento di Studi Asiatici, a palazzo Corigliano. Pezzi ben conservati, ma tenuti chiusi per mancanza di un adeguato spazio espositivo. Nel corso del tempo se ne sono accumulati diversi, e di pregio.
Diversi oggetti sono di proprietà dell'Orientale, “in gran parte acquistati o, in qualche caso, donati dai colleghi dell'Ateneo e da altre personalità e istituzioni, come nel caso dei reperti provenienti dal Sudan, offerti per gentile concessione dal governo sudanese”, spiega Lucia Caterina. Poi, la decisione del Rettore Viganoni di valorizzarli al massimo rendendoli visibili. Il momento di svolta è ben individuabile, e lo riassume il Rettore stesso: “In occasione della visita all’Orientale del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dissi a Lucia Caterina: ‘il Presidente entrerà nell’antisala del rettorato, perché non allestire quello spazio con alcuni dei nostri reperti?’. Furono così immediatamente procurate le vetrine e Lucia Caterina selezionò i pezzi da esporre. In quel modo il Presidente della Repubblica vide quello che era già il primo nucleo del Museo. Fu anche così che la nostra collega si incoraggiò”.
Successivamente, altri archeologi hanno saputo apprezzare l’idea e si sono uniti al progetto contribuendo a realizzarlo, stando vicini a Lucia Caterina nel corso della preparazione dello spazio, delle stampe, dei supporti, dei numerosissimi dettagli e imprevisti con i quali ci si può trovare a misurarsi quando si avvia concretamente la realizzazione di un’idea. Ma il risultato c’è tutto, e il Rettore lo ribadisce: “Non posso che esprimere la mia più grande soddisfazione per questo museo. È stato fatto tutto da noi, in Ateneo. Dobbiamo però di sicuro un ringraziamento alla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta, in particolare al Laboratorio di restauro del Museo Archeologico di Napoli: hanno fornito un supporto decisivo”.
Il Museo “Umberto Scerrato”, come spiega Lucia Caterina al Web Magazine d'Ateneo, fornendo alcune anticipazioni, rappresenta uno strumento didattico. E costituisce in concreto, in un Ateneo caratterizzato da forte identità come L’Orientale, un messaggio che va ai colleghi – soprattutto quelli più giovani – invitati ed incoraggiati a prendere iniziative analoghe: "Il Museo rappresenta un messaggio che deve, innanzitutto, vivere e crescere con l'Ateneo. Copriamo diverse aree relative all'Oriente che – come si sa – è estremamente vasto. Spero che i colleghi sappiano consentire a questa struttura di struttura di svilupparsi ed arricchirsi grazie a nuovi materiali e grazie all'organizzazione di attività, seminari e studi che consentano di caratterizzarla sempre più, valorizzando la cifra che lo contraddistingue: un insieme che è al tempo stesso archeologico, storico ed artistico”.
Alberto Manco
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