Paco Desiato: "la percezione del fumetto è in evoluzione"
Paco Desiato: "la percezione del fumetto è in evoluzione"
“Nel fumetto è fondamentale, tra altre cose, la traduzione. Se ne ricorda qualcuna pessima.”
Su cosa si basa il suo intervento alle Giornate di studio “Un ambiente fatto a strisce”?
“Il mio intervento alle Giornate di studio Un ambiente fatto a strisce è incentrato principalmente sull’attività di collaborazione che ho svolto col quotidiano Terra, nell'inserto settimanale di cronaca a fumetti 3D la terza dimensione della cronaca, che unisce la cronaca al fumetto. Durante questa esperienza ho ricoperto vari ruoli come colorista, disegnatore, impaginatore, letterista, sceneggiatore, ma principalmente ho curato la direzione artistica.”
Come si è avvicinato all'ambiente “a strisce”?
“L’amore per il fumetto mi appartiene da sempre e l’ho coltivato in un primo momento da autodidatta. Successivamente, mi sono iscritto alla Scuola Italiana di Comix di Napoli, dove ho potuto approfondire la tecnica.”
Fumetto, graphic novel, graphic journalism: quali le differenze?
“Il fumetto è una categoria che racchiude le altre due. Il graphic novel (letteralmente Romanzo grafico) è un genere che nasce (come anche la definizione) dall'ormai noto “Contratto con Dio” di Will Eisner, il quale lo ha sviluppato in una fase più avanzata della sua esperienza artistica, anche se ci sono precedenti lavori in cui tale autore si è cimentato in questo genere. Il graphic journalism è un modo di raccontare la cronaca, appunto, a fumetti.”
Graphic novel: cosa rappresenta per lei?
“Il graphic novel è un genere che mi appartiene molto, infatti la mia prima forma di fumetto, che per il momento è ancora nel cassetto del comodino, è costituita da alcuni diari sulla mia adolescenza: avevo elaborato un graphic novel senza saperlo, ma non è un caso.
Infatti, il graphic novel è un modo spontaneo di raccontare storie, probabilmente proprio di chi ha tracciato le prime linee di fumetto e non sapeva neanche ciò che faceva. Ci sono molti esempi spontanei e ben riusciti di graphic novel come Mausdi Art Spiegelman, Una ballata del mare saltatodi Pratt, ma, per me, soprattutto, e qui si ricollega la frase iniziale che niente succede a caso, le inarrivabili epopee di paperi di Carl Barks, che spontaneamente e senza nessuna premeditazione ha raccontato dei veri e propri romanzi a fumetti.”
Il fumetto e l'ecologia: una relazione connaturata?
“Certo, il fumetto, è un mezzo come un altro. Quando mi si propose di collaborare con il quotidiano Terra, ne fui entusiasta perché la mia esperienza personale è molto vicina all'ecologismo. Uno dei miei maggiori maestri, Hayao Miyazaki, autore di Nausicaä (che è anche un ottimo esempio di romanzo a fumetti), usa nei suoi lavori, fumetti e non, molti riferimenti all’ecologia.”
Ci fa un esempio di comunicazione, a suo parere ben riuscita, attraverso il fumetto?
“Uno degli esempi di comunicazione ben riuscita attraverso il fumetto è Corto Maltese, di Hugo Pratt.”
Come è cambiata la percezione del fumetto negli ultimi cinquant'anni? E i suoi contenuti?
“La percezione del fumetto negli ultimi anni è cambiata tantissimo. All’inizio l’evoluzione del fumetto fu spinta da un’esigenza di comunicazione, ricordiamo a tal proposito la nascita del primo ballon adoperato nel fumetto Yellow Kid (anche se ci sono dei casi eccezionali di vignette di satira anche della fine del ‘700). In seguito si assiste a un periodo abbastanza rettilineo di crescita fino al boom dei fumetti, dei Supereroi con la Marvel e la Dc comics, ma anche in Giappone dove il manga si sostituì letteralmente ai libri (con un grandissimo apripista come Osamu Tezuka). Successivamente, il fumetto sentì la necessità di nobilitarsi, tutt'oggi si avvicina sempre di più all’arte e alla rottura, o percorso parallelo al fumetto commerciale. Andrea Pazienza, Hugo Pratt, l'immenso e come disse Pazienza “inarrivabile” Moebius, lo stesso Will Eisner e altri. In breve il fumetto inizia a essere affiancato alle opere d’arte figurative. L’evoluzione della percezione del fumetto è ancora in atto.”
Qual è il lettore ideale di fumetti?
“Chiunque: essendo il fumetto un’arte popolare, arriva a tutti e tutti sono potenziali lettori.”
Ci sono temi che si prestano meglio o peggio al racconto tramite il fumetto? Se sì quali?
“Si presta molto, soprattutto al graphic novel, il tema autobiografico, perché in fondo in ognuno di noi nasce l'esigenza di raccontare prima o poi le proprie vicende personali.”
Quali sono secondo lei le motivazioni della minore (o tarda) attenzione rivolta a questo genere nell'ambito degli studi letterari e accademici in generale?
“Per fortuna negli ultimi tempi si sta iniziando ad attribuire sempre più importanza e visibilità al fumetto anche negli ambienti culturali, essendo il fumetto nobilitato anche da figure prestigiose quali Umberto Eco, e per fortuna ormai in tutte le librerie c'è un settore dedicato ai fumetti.”
Qual è il suo fumetto preferito?
“È difficile dare una risposta a tale domanda, perché io vario molto. In questo momento sto leggendo Spirit di William Eisner.”
Ha mai letto un fumetto in lingua straniera? Qual è la bellezza della lettura in lingua originale, quali le perdite nella trasposizione in un'altra lingua e dunque cultura?
“Quanto più il prodotto è elaborato e curato narrativamente, tanto più necessita un’accurata traduzione. Le traduzioni ad esempio del manga Akira, di Otomo, sono state pessime nella prima uscita in Italia. È giusto tradurre bene e fedelmente i fumetti: anche per i fumetti vale lo stesso principio della letteratura.”
Quale ruolo ha o può avere il fumetto nella mediazione interculturale, anche considerando la sua vasta circolazione?
“Il fumetto è un mezzo di comunicazione e come tale è giusto considerarlo e adoperarlo per comunicare e per dare un’ulteriore possibilità di esprimere la propria libertà di pensiero.”
Quale ruolo può avere il fumetto nella formazione ed educazione dell'individuo, considerata la sua diffusione in fasce d'età molto giovani?
“Il fumetto ha sicuramente un ruolo nella formazione ed educazione dei ragazzi, ma può essere formativo anche per gli adulti. Io ad esempio sono cresciuto con Topolino.
Lo stesso Andrea Pazienza, nonostante abbia intrapreso un percorso più di rottura con la società circostante, ricorda nei suoi scritti quanto fosse buono l’odore del Topolino, e quanto inarrivabili fossero le storie di Carl Barks, oltre a ridisegnare un Pippo sballato di canne. Sembra un paradosso, ma di sicuro senza Disney il Pazienza che conosciamo non sarebbe stato lo stesso.”
Il fatto che attualmente siano così tanto cambiate le tecniche e le tecnologie impiegate dai disegnatori, ha modificato il messaggio comunicativo rappresentato dal fumetto? Se sì come?
“No, in realtà il messaggio è rimasto invariato.
Il digitale, i mezzi tecnologici, rendono più facile lavorare, rendono più fruibile il fumetto e ne velocizzano la trasmissione, offrono la possibilità di lavorare da casa con editori anche all’estero. Ma, per quanto riguarda i contenuti, il messaggio non cambia.”
Ci parli del progetto Nero-Napoletano.
“Nero-Napoletano è un progetto quasi sperimentale, che consiste nel far disegnare a più di 50 autori napoletani una stessa storia divisa in 50 microstorie, racchiusa in uno stesso volume. È stato bello vedere affiancati diversi autori di diverse generazioni.
È stato un bell’esperimento che ha offerto anche molte possibilità di confronto per gli autori, che presenta i suoi zoppicamenti, ma che potrà sicuramente essere ripetuto e migliorato ulteriormente.”
Programma Giornate di studio: http://magazine.unior.it/ita/content/un-ambiente-fatto-strisce
Chiara Fazi
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Audio intervista - Ibadi Theology. Rereading Sources and Scholarly Works