Pfister: "Ricordarsi sempre di essere nani seduti sulle spalle di giganti"

 

Pfister: "Ricordarsi sempre di essere nani seduti sulle spalle di giganti"

Foto: Web Magazine L'Orientale

Tre intense giornate di discussioni sul senso stesso della parola Etimologia e sulla scoperta delle sue infinite varianti legate alla natura multiforme delle lingue, viventi e non.

Il primo intervento conclusivo è stato affidato al professore Emanuele Banfi, professore ordinario di Linguistica generale e di Istituzioni di linguistica storica presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, che ha illustrato l'estrema particolarità dell'etimologia grafica della lingua Cinese, origine di gran parte dei grafemi usati in altri paesi orientali come Corea e Giappone. La natura pittografica della scrittura per ideogrammi necessita di un'analisi che supera i confini della semplice decomposizione in morfemi elementari o primordiali, per attingere dal dominio dell'analisi artistica. Non a caso, recenti studi dimostrano che coloro che leggono e scrivono le scritture ideografiche, attivano allo stesso tempo entrambi gli emisferi del cervello, compreso dunque l'emisfero destro, sede del pensiero artistico-creativo. Non può sorprendere, quindi, che l'etimologia del cinese sia intessuta indissolubilmente nel tratto grafico, in ciò che il professore Banfi definisce la "filigrana delle parola scritta". La parola cinese rappresenta quindi un universo affascinante all'interno del quale gli elementi pittografici semplici si ricombinano in veri e propri prodotti metaforici: possiamo citare, ad esempio, come la combinazione dei grafemi huŏ "fuoco" e lin "foresta", comunicando l'idea della "foresta in fiamme", dia vita al verbo fén "bruciare". Il lavoro etimologico diventa così anche comprensione dei processi mentali tipici della cultura cinese, che ritiene da sempre la parola ideografica portatrice di un enorme potere, custode dell'essenza dell'oggetto o dell'essere rappresentato. L'ultimo intervento a chiusura del convegno è stata la relazione del professore Max Pfister, curatore del monumentale dizionario Lessico etimologico italiano (LEI), che ha illustrato le sue recenti scoperte sull'origine del verbo andare, e del suo corrispettivo francese aller, catalano anar e del suo derivato andito. Ripartendo dalla sua analisi risalente al principio del lavoro sul LEI nel 1979, ed alla luce di nuove scoperte derivate dallo studio di testi bizantini e di numerose contaminazioni del latino sulle lingue balcaniche, in particolare del rumeno, il professore Pfister non ritiene più sufficiente basare l'origine di andare sui soli verbi ambulare "muoversi, camminare" e ambitare "andare attorno", ma che sia necessario affiancare loro anche il verbo di recente scoperta amnare, "andare". Al di là del valore in sé della scoperta, la riflessione ha dato modo di confermare come l'etimologia non sia una scienza infallibile e immutabile, e come sia importante riconoscere i nuovi contributi, anche fallaci, dei giovani ricercatori e delle più recenti tecniche d'indagine, affinchè siano di continuo stimolo per nuove scoperte.

Francesca De Rosa, Mariavittoria Petrella, Michele Trocchia

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