Presentato a Napoli Parole di donne, a cura di Francesca Dovetto

 

Presentato a Napoli Parole di donne, a cura di Francesca Dovetto

Copertina del libro

Napoli, 12 marzo 2010 - Chi non viene rappresentato nella lingua non ha nessuna visibilità e la non rappresentazione linguistica coincide con l’oscurità semantica. Si potrebbe sintetizzare così la riflessione scaturita durante la presentazione del volume Parole di donne, tenutasi presso la Feltrinelli di Via San Tommaso d'Aquino, curato dalla linguista Francesca Dovetto

L’opera, edita da Aracne,  nasce da un convegno interdisciplinare del 2007 dedicato alla linguista declinata appunto al femminile e volto ad esplorare le possibilità di dialogo e di interazione sia tra discipline diverse che di specificità all’interno di una stessa area di studio. 
In un universo dove il maschile è assunto a norma ed il femminile è la differenza e l’identità del soggetto si costruisce grazie allo strumento linguistico, le tracce della formazione dell’identità femminile vanno ricercate anche nella riflessione linguistica.

Parole di donne raccoglie i contributi di "varie studiose e non, donne" come ci tiene a precisare la Dovetto, tra cui Grazia Basile, Francesca Chiusaroli, Marina De Palo, Cristina Vallini e Anna De Meo (le ultime due 
docenti de "L’Orientale").
Nel libro, sia detto, non manca qualche firma maschile.
Oggetto del libro, come ben si deduce dal titolo, sono le parole: parole di donne, sulle donne, per le donne, per dire donna, per definire il suo ruolo, i suoi titoli professionali, la sua varietà di lingua, il suo essere-donna, il suo modo di manifestare sentimenti, emozioni, stati d'animo.
 La curatrice del volume ha sottolineato la doppia articolazione dell’opera: da un lato le differenze di genere che portano a constatare che la lingua non è neutrale ma rappresenta una visione del mondo ben determinata e dall’altro la presa d’atto di una prospettiva femminile con la conseguente messa a fuoco di un soggetto parlante sessualmente caratterizzato.  Il saggio offre anche lo spunto per riflettere su delle diseguaglianze linguistiche a cui ormai siamo abituati. Basti pensare al differente significato che le parole segretario e segretaria possono assumere: la prima si riferisce spesso a chi riveste funzioni direttive in un organo pubblico; il termine segretaria, al contrario, indica più semplicemente colei che svolge incarichi di segreteria.

Le "parole di donne" sono spesso paragonate ad una lingua che non si comprende o talvolta ad una sapienza quasi mortifera, senza però dimenticare l’alterità dei soggetti femminili, a volte superiore a quella dell’uomo, che nella mitologia le portava ad essere paragonate a sirene e muse.

Chiara Pasquinucci