Salvatore Morra e la musica araba

 

Salvatore Morra e la musica araba

Strumento tipico della tradizione araba

Il maestro Salvatore Morra torna all’Orientale per una lezione sul Kitab al-aghani e la continuità–discontinuità del mondo arabo islamico

Il maestro Salvatore Morra torna all’Orientale in occasione del Seminario di Musica Occidentale e Orientale, organizzato dal professore La Guardia, per tenere una lezione sul Kitab al-aghani e la continuità-discontinuità del mondo arabo islamico. Il punto di partenza della sua discussione è un problema di natura metodologica: l’estensione della regione del Vicino Oriente che comprende esperienze musicali spesso distanti tra loro.

Un periodo di grande ricchezza è quello preislamico, quando la penisola arabica è attraversata da tribù nomadi e si affermano canti legati al ritmo dei passi dei cammelli e alla poesia. Da questo momento si pongono tre questioni decisive. Innanzitutto l’uso di schemi fissi, di tecniche formulistiche e di gruppi di parole spostate all’interno del componimento in base al tema. In secondo luogo, la scelta dei temi: la poesia classica, Qasida, è un insieme di tre o quattro parti, ciascuna di circa trenta versi; si va dall’amore al viaggio, alle descrizioni naturali concludendo con un panegirico. Infine c’è l’uso non necessario degli enjambement: ciascun verso è racchiuso in sé stesso, non ha bisogno di un secondo verso per essere compreso e il poeta può prendere un singolo verso e muoverlo liberamente nel componimento.

Uno degli aspetti fondamentali della musica araba è l’eterofonia e dunque l’arricchimento della nuda melodia attraverso l’improvvisazione: ciascun esecutore conosce la melodia da seguire, che ha una propria fissità, ma ognuno apporta degli abbellimenti tali che alla fine si ha l’impressione di una grande eterogeneità strumentale. Per chiarire questa caratteristica, Morra ha fatto ascoltare una serie di brani in cui è soprattutto l’elemento vocale a segnare uno scarto rispetto al modello melodico fisso.

Nell’ultima parte della lezione, il maestro ha proposto il suono di vari strumenti tipici della musica del Vicino Oriente, spiegando alcune forme musicali basate su suoni cupi (Dum), suoni acuti (Tak) e pause (Es).

Prossimo appuntamento: Musica Occidentale e Orientale nella monodia bizantina fra VIII e XII, per il programma clicca qui
 

Aniello Fioccola

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