Una comparazione tra le filosofie: è possibile?
Una comparazione tra le filosofie: è possibile?
Giornate seminariali all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Nelle sue cosiddette chiacchierate, Alberto Postigliola - docente di Filosofie moderne comparate – si è rivolto ad una platea di studenti di provenienza non solo specificatamente filosofica. In questi appuntamenti si è cercato di esprimere e descrivere le ragioni non sempre evidenti della difficoltà di comparazione tra le varie filosofie occidentali.
Partendo dalle analogie e differenze tipiche di ogni approccio comparatistico, si è partiti dai primi studi filosofici a sfondo religioso tenuti nelle università medievali per poi giungere all’eterna lotta tra religione e scienza già allora evidente dello scontro tra i filosofi di Atene e quelli di Alessandria.
Partendo dal classico concetto di Logos e passando per la differenza kantiana tra intelletto e ragione si è giunti al termine mind usato da Locke. Tali passaggi testimoniano le molteplici difficoltà che possono scaturire da un’ipotetica comparazione che, nel caso di significati espressi in termini talvolta differenti, può mancare di precisione e certezza.
Si è passati poi alla famosa Ruota della Fortuna, testimone dell’idea di ciclicità della storia a cui Machiavelli si oppose proponendo una possibile interruzione di essa e come conseguenza l’annientamento del concetto di fatalismo. Tale interruzione si sarebbe poi realizzata con la Rivoluzione Francese: la ruota ha smesso di girare, il ciclo si è interrotto e da lì c’è stato un nuovo inizio.
Una delle problematiche legate alla comparazione è certamente quella relativa alle traduzioni: lo spettro del latino non poteva essere ignorato.
Eppure Kant fu tra i primi che decise di apportare una svolta linguistica scrivendo le sue tre critiche in tedesco.
Un altro esempio di abbandono del latino fu quello di Locke, che con Essays on human understanding fece della sua lingua madre una portatrice di saperi filosofici.
Pierre Coste tradusse l’opera di Locke in francese e utilizzò il termine entendement per rendere il significato di understanding. Torniamo nuovamente alla problematica relativa all’uso di terminologie nel campo filosofico: la difficoltà legata alle traduzioni è quanto mai evidente.
Ma non è solo il lessico a subire le conseguenze di tali difficoltà di traduzione: non sono rari i casi in cui anche dei personaggi possono apparire diversi nelle varie trattazioni che diversi autori ne possono fare. Il mito di Edipo può essere un esempio dato che è stato oggetto di attenzione di numerosissimi autori: ognuno di loro ne ha dato una versione diversa e il personaggio appare ogni volta un altro.
Postigliola ho inoltre evidenziato uno degli errori in cui è possibile cadere quando ci si appresta allo studio della filosofia: fermarsi ad informazioni ritenute valide solo perché luoghi comuni, si finisce così per credere di conoscere studiando per estratti e topos ma senza fare riferimenti ai testi originali.
La filosofia e tutte le svariate problematiche annesse al suo studio sono da sempre oggetto di attenzione, risolverle è un compito arduo ed affascinante: anche questo seminario ha evidenziato che il comparatismo ne è solo una parte.
Lorena Jessica Alfieri
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