Il Giappone verso la modernità: il contributo degli ingegneri europei nel XIX secolo

 

Il Giappone verso la modernità: il contributo degli ingegneri europei nel XIX secolo

La nave Shohei maru, prima nave da guerra giapponese in stile occidentale, terminata nel 1854.

Nella Biblioteca Taddei di Palazzo Corigliano lezione della professoressa De Maio inserita all’interno del ciclo seminariale del Dottorato in Asia Orientale e Meridionale, dal titolo Network di tecnici europei in Oriente: il contributo occidentale alla modernizzazione delle città asiatiche nella seconda metà del XIX secolo

Napoli, 19 aprile 2010 – Nel marzo 1854 attraverso la sottoscrizione del trattato di Kanagawa con il Commodoro Matthew Perry della Marina degli Stati Uniti, il Giappone esce da trecento anni di politica isolazionista e vengono aperti al commercio internazionale i porti di Hakodate, Kanagawa e Nagasaki. In seguito, nel 1858, si aggiungono quelli di Niigata, Yokohama e Kōbe.  In questo modo inizia anche la modernizzazione del Paese asiatico e sono creati i presupposti della nascita della nuova potenza economica.   
La necessità di realizzare in breve tempo infrastrutture quali porti, ferrovie e cantieri navali fa aumentare notevolmente la richiesta di tecnici stranieri specializzati e ingegneri, soprattutto di origine inglese e francese. Quest’afflusso di esperti agevola così anche l’introduzione di materiali, conoscenze, tecnologie occidentali ad un ritmo estremamente sostenuto mai visto prima.
La lezione odierna della professoressa Silvana De Maio si è concentrata proprio sul periodo compreso tra gli anni '60 e '70 del XIX secolo e, grazie alla dovizia di fonti e di materiale iconografico, ha proposto un ricco excursus tra le opere e gli ingegneri europei che maggiormente hanno contribuito al primo sviluppo, in senso industriale ma anche socio-culturale, del Sol Levante.  
Nel seminario è stato mostrato come un deciso contributo all’ascesa giapponese sia per certo da attribuirsi a queste prime pionieristiche opere d’ingegneria. Alla luce di questo grande impiego di esperti e tecniche d’avanguardia non c’è quindi da stupirsi se si considera che, in pochissimi decenni, il Giappone sia passato da una condizione medievale al competere e superare antiche potenze del globo.

Fabiana Andreani

© RIPRODUZIONE RISERVATA