Origini e differenze dello spagnolo d’America

 

Origini e differenze dello spagnolo d’America

Giovedì 20 maggio la professoressa María Josefina Tejera Rolando della Academia Venezolana de la Lengua ha tenuto una conferenza sulle differenze dello spagnolo parlato nell’America centro-meridionale rispetto a quello parlato nella penisola iberica


Giovedì 20 maggio presso la sede di palazzo Giusso dell’Università "L’Orientale" di Napoli si è svolta la prima di una serie di conferenze nell’ambito del dottorato in Culture dei paesi di lingue iberiche e iberoamericane. Per questo primo appuntamento la professoressa María Josefina Tejera Rolando, corrispondente della Real Academia de España e docente presso la Academia Venezolana de la Lengua, ha tenuto una conferenza intitolata: Variaciones del español de América.


La docente venezuelana, dopo aver introdotto il tema, ha spiegato le origini delle differenze esistenti tra lo spagnolo parlato nella penisola e quello parlato nell’America meridionale. Origini che riconducono al XVI secolo quando le navi dirette verso il nuovo mondo imbarcavano nei porti andalusi giovani "clandestini" in cerca di fortuna che, una volta sbarcati in America meridionale, andavano inevitabilmente ad influenzare con la propria parlata regionale lo spagnolo che gli indios imparavano dai missionari spagnoli. Le differenze presenti (principalmente nella pronuncia) nello spagnolo d’America infatti hanno origine proprio dal "dialetto" andaluso.


La professoressa Tejera ha proseguito la conferenza con una serie di esempi specifici delle differenze menzionate facendo sempre una particolare attenzione a quella che è la variante venezuelana (suo ambito di ricerca). L’incontro, durato circa un’ora e mezza, si è concluso con un interessante dibattito che ha avuto per tema le ulteriori influenze che lo spagnolo d’America ha ricevuto da parte delle lingue degli indios e dai dialetti africani. Il dibattito, nato spontaneamente, ha coinvolto tutti i partecipanti: sia gli studenti e i dottorandi che alcuni docenti presenti alla conferenza.

Davide Aliberti