Raimondo di Sangro, i primi trecento anni
Raimondo di Sangro, i primi trecento anni
Lunedì 15 novembre si è aperto il convegno Ragione e Mistero sulla figura del Principe di Sansevero
Il 30 gennaio 1710 nasceva Raimondo di Sangro VII Principe di Sansevero, lo scienziato-alchimista che, con le sue invenzioni nel campo delle arti e della scienza, ebbe un ruolo di primo piano nella cultura napoletana del Settecento. A trecento anni dalla nascita, l’università L’Orientale, il Museo Cappella Sansevero e il Comitato per le celebrazioni del tricentenario della nascita di Raimondo di Sangro hanno organizzato un convegno dal suggestivo titolo Ragione e Mistero in cui studiosi di ambiti diversi – storici, filologi, linguisti, chirurgi – si sono soffermati su alcuni aspetti, spesso sconosciuti, del principe.
La prima giornata di studi è stata aperta dallo storico Giuseppe Giarrizzo, accademico dei Lincei e professore emerito dell’Università di Catania, che ha tenuto una lezione sul rapporto del di Sangro con Antonio Genovesi e sul suo tentativo di costruirsi un’immagine che lo facesse percepire come personaggio singolare. Maurizio Torrini, professore dell’Università L’Orientale e dell’Università Federico II, ha delineato la situazione scientifica della Napoli del Settecento per mostrare in che modo gli interessi e gli scritti del Principe si siano inseriti nel suo tempo. Leen Spruit, professore dell’Università La Sapienza, ha cercato di ricostruire l’ampia cultura di Raimondo di Sangro a partire dalla sua biblioteca e dalle sue opere, concentrandosi su due punti decisivi della famosa Lettera Apologetica: l’anima e le capacità mentali degli animali e la natura dell’uomo.
A chiudere la giornata è stata Anna Maria Rao, professoressa dell’Università Federico II e presidente della Commissione internazionale di storia della Rivoluzione francese e della Società Italiana di Studi sul Secolo XVIII, che ha parlato di uno dei primi interessi del Principe: l’arte militare. Raimondo di Sangro partecipò nell’estate 1744 alla battaglia di Velletri come comandante del reggimento di Capitanata e all’inizio del 1747 scrisse la Pratica più agevole, e più utile di esercizi militari per l’Infanteria.
Aniello Fioccola, Michele Trocchia