Università e ricerca scientifica: le nuove scoperte arrivano dalla Spagna

 

Università e ricerca scientifica: le nuove scoperte arrivano dalla Spagna

Plaza Mayor, Madrid

Chi l’ha detto che le grandi scoperte scientifiche arrivino solo da Oltreoceano?

In questi giorni la Spagna sta facendo molto parlare di sé e dell’attivitá scientifica portata avanti dall’Universitá Autónoma di Madrid (UAM).
Gli studi svolti si sono concentrati sull’ambito biomedico e, nello specifico, sul trattamento del Parkinson e dei tumori.
Secondo queste ricerche in futuro sarà possibile rispettivamente proteggere i neuroni dall’infiammazione che provoca malattie neurodegenerative e trattare il cancro con la fototerapia.
Ma vediamo nel dettaglio i due studi.
I ricercatori dell’UAM hanno sintetizzato una molecola - la S14 - che è in grado di inibire la proteina PDE7 responsabile del danno apportato alle cellule cerebrali, garantendo protezione contro il Parkinson.
Lo studio, guidato dalla dr. Ana Pérez-Castillo e che ha visto la partecipazione della Rete per lo Studio delle Malattie Neurodegenerative (CIBERNED), é apparso sulla rivista scientifica online PloS One.
Nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson si registra la perdita di neuroni in una regione del sistema nervoso detta sostanza nera. Questo, accompagnato da una forte infiammazione della suddetta regione, è un fattore chiave del deperimento cognitivo e fisico che caratterizza tale malattia.
La scoperta può fare della molecola S14 un nuovo target cellulare per il trattamento delle malattie neurodegenerative.
Alfonso Blázquez Castro, Juan Carlos Stockert Cossu y Begoña López Arias, del Dipartimento di Biologia della UAM, e Mercedes Carrascosa Rico, Ángel García Cabañes e Fernando Agulló López, del Dipartimento di Fisica dei Materiali dello stesso ateneo, invece, hanno scoperto che, in condizioni di laboratorio, è possibile eliminare cellule tumorali umane grazie a dei campi magnetici generati dal niobato di litio dopato con ferro.
Si tratta di un materiale innovativo che fino ad oggi non aveva ancora trovato la sua applicazione in biomedicina.
La sua particolarita è che genera campi elettrici quando è illuminato con luce di intensità bassa o moderata. Questa proprietà viene chiamata Effetto Fotovoltaico di Volume (EFV). La scoperta è stata pubblicata sulle pagine di Photochemical & Photobiological Sciences ed ha generato due richieste di brevetto - di cui una a livello internazionale – al fine di applicare la fototerapia al trattamento del cancro. Tale terapia consisterà nel somministrare nanoparticelle di questo materiale e successivamente illuminare il tumore con luce visibile.
Gli studiosi esaminando il comportamento delle cellule cancerogene in varie condizioni di luminosità hanno osservato che mentre al buio proliferavano, una volta esposte alla luce, si produceva una visibile morte cellulare.
Si tratta di due scoperte molto importanti che acquistano particolare rilevanza in un paese come la Spagna, dove le universitá non occupano certo i primi posti nella classifica dei migliori atenei al mondo nell’ambito della ricerca scientifica e che fanno perciò sperare in una inversione di rotta nel prossimo futuro.
 

Chiara Pasquinucci

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