“Scrittori d’Italia” a Napoli
“Scrittori d’Italia” a Napoli
Napoli ha ospitato, per la prima volta, il congresso nazionale dell’Associazione degli Italianisti, organizzato da cinque atenei della Campania (Federico II, Salerno, Orientale, Suor Orsola, Seconda Università di Napoli). Dal 26 al 29 settembre, nelle sedi universitarie della nostra città si sono riuniti oltre cinquecento italianisti (studiosi, docenti universitari, giovani ricercatori e dottorandi), sul tema Gli scrittori d’Italia: il patrimonio e la memoria della tradizione letteraria come risorsa primaria
Non è un titolo casuale. "Scrittori d’Italia" si intitola una fondamentale collana di classici della letteratura italiana, promossa da Benedetto Croce presso l’editore Laterza di Bari. Un’operazione strategica, quella di Croce, che proponeva l’edizione dei testi chiave della nostra tradizione, in un momento storico e civile in cui l’Italia era già costretta a fare i conti, criticamente, con la propria giovane storia di Nazione, nel più vasto contesto europeo.
Tornare a quella lezione, oggi, in un contesto globale così mutato, può avere soprattutto il significato di garantire alle generazioni future la trasmissione di valori identitari che restano necessari per la formazione di una coscienza comune. Elementi di distinzione di una civiltà e di un territorio, non dissimili dalla memoria storico-artistica o dal patrimonio ambientale. E quindi, quando serve, da salvaguardare, o da riconoscere di nuovo, ritrovando le affinità e le continuità con l’oggi. Nella scuola, nell’università, nell’editoria, nella società civile.
I "pezzi" di questo nostro patrimonio sono testi di parole, non monumenti di pietra o paesaggi: e quindi, paradossalmente, più esposti alla labilità della comunicazione e della conservazione che investe ogni aspetto della vita del nostro tempo. Tramandati per secoli su fogli di carta, prima manoscritti e poi a stampa, stanno ora imparando a viaggiare su supporti digitali, o nel labirinto infinito della rete. Alla sempre maggiore disponibilità corrisponde però il pericolo di una caduta verticale di qualità; e soprattutto di un crollo della capacità di lettura e interpretazione da parte delle giovani generazioni, e comunque del pubblico più ampio. I luoghi di formazione dell’immaginario collettivo, di valori civili come anche dell’educazione sentimentale, non sono più romanzi e poesie, ma altri media più veloci e potenti.
Carlo Vecce
(Università di Napoli "L’Orientale")
Attiva ormai da più di dieci anni, l’Associazione degli Italianisti (ADI) svolge un’importante azione di coordinamento delle attività di studio, insegnamento e diffusione della letteratura italiana, a tutti i livelli: dalla scuola all’università, dall’editoria alla critica militante, e con l’apporto di personalità come Giulio Ferroni, Marco Santagata, Romano Luperini, Vitilio Masiello, e molti altri. Con cadenza annuale, a partire dal congresso fondativo di Pisa del 1996, l’ADI ha affrontato alcuni nodi fondamentali (e ancora irrisolti) nel dibattito sulla riforma universitaria, con un’attenzione particolare ai giovani ricercatori e al dottorato di ricerca.
Quest’anno, per la prima volta, il congresso dell’ADI si svolge a Napoli, con un tema che richiama la tradizione di De Sanctis e Benedetto Croce: Gli scrittori d’Italia. Il patrimonio e la memoria della tradizione letteraria come risorsa primaria. Un’occasione per rivendicare la centralità dei ‘classici’ nelle dinamiche culturali e istituzionali del presente e del futuro del nostro paese. Un ‘patrimonio’, appunto, da salvaguardare e valorizzare, non diversamente da quello ambientale o storico-artistico, perché risorsa fondativa sia dei processi formativi (scolastici e universitari), sia della vita culturale, come luogo primario di formazione e di esperienza dei processi identitari.
Il congresso è stato organizzato congiuntamente dagli italianisti delle università della Campania - Federico II, Salerno, "L'Orientale", Suor Orsola Benincasa, Seconda Università - su proposta del Dipartimento di Filologia Moderna della Federico II diretto da Pasquale Sabbatino. Il congresso si aprirà mercoledì 26 settembre alle 15 nell’Aula Magna della Federico II, e proseguirà fino a sabato 29 a "L’Orientale" (Palazzo Mediterraneo, via Nuova Marina 59). Una pacifica invasione di 'italianisti', con un totale di 40 relazioni e interventi alle tavole rotonde, 250 comunicazioni e oltre 500 partecipanti.
Alla tavola rotonda conclusiva che si terrà all’Orientale, sui temi dell’innovazione tecnologica nell’editoria e nella comunicazione culturale, sabato 29 alle 11, parteciperà il ministro Nicolais.