Cinema d’autore all’Orientale, Petit Festival autour du Québec

 

Cinema d’autore all’Orientale, Petit Festival autour du Québec

Pellicola

Nei mesi di aprile e maggio inizieranno una serie di cineforum d’élite sul cinema asiatico e canadese: proiezioni in lingua originale (sottotitolate in italiano)

"L’essenziale è invisibile agli occhi". Così scriveva Antoine de Saint-Exupéry, nel suo piccolo e delicato Il piccolo Principe.
Non sempre, però, le cose stanno in questo modo. A volte basta gettare lo sguardo un po’ più in là per lasciarsi condurre su strade che portano lontano. Proprio in ciò sta la ben nota specificità di una università come L’Orientale. È, come dice il rettore Viganoni, "un esercizio culturale e spirituale in cui aprirsi al confronto, lasciandosi arricchire dalle differenze". E tale esperienza viene proposta nell'Ateneo nelle forme più diverse. Una di esse è il cinema.

In questo periodo, infatti, prendono avvio una serie di attività che si collocano nella categoria del cineforum d’élite: proiezioni in lingua originale (ma sottotitolate). Nella maggior parte dei casi si tratta di film presentati per la prima volta in Italia e con l’ausilio degli esperti del settore. Si ha la possibilità, in tal modo, di avvicinarsi a cinematografie d’autore, spesso lontane dalle logiche del mercato occidentale (e si coglie la diversità anche nelle forme estetiche).


La professoressa Soriente presiederà per i mesi di aprile e di maggio a una rassegna sul cinema indonesiano degli ultimi tre anni, periodo in cui la produzione nazionale si è risollevata dopo un periodo buio iniziato negli anni ‘90. Tra gli altri saranno proiettati Merah Putih di Sugandi, prima parte della trilogia sulla libertà, costruito sullo sfondo della guerra di indipendenza dagli olandesi, e Pertaruhan, un  film-documentario sul difficile tema della donna nell’Islam, scritto da cinque registi esordienti.


Il Centro di Studi sul Buddhismo, dal canto suo, ha organizzato un ciclo di incontri dove saranno proiettati film il cui denominatore comune è la spiritualità buddhista, vista dalla prospettiva dei paesi dell’Asia: si va dall’ India con Dharm di Bhawna Talwar, premiato a Cannes nel 2007, al Nepal con Karma di Rithar Sherpa, dal Tibet con Ani Lhacham di Chenaktshang alla Corea con Passage to Buddha di Sun Woo, premiato al Festival di Berlino, per arrivare al Giappone con Zen di Takahashi  Banmei.


Infine c’è il Petit Festival autour du Québec sul tema La persona e il Cinema organizzato dal Centro di Studi Canadesi. A partire dal 14 aprile, ogni mercoledì alle ore 12 a via Duomo, si susseguiranno film divisi un quattro sezioni: Remake con Io confesso di Hitchcock e Le confessional di Lepage; Denys Arcand con quattro film del regista canadese pluripremiato a Cannes e vincitore di un Oscar; Il grande nord con La grande seduction di J. F. Pouliot, presentato a Cannes nel 2003, e infine la sezione nuove proposte Il regista Luc Gouin con il suo Lacroix sur paroles, documentario sulla vita del teologo domenicano canadese Benoit Lacroix.
 
 

 

Risorse collegate:


http://docenti2.unior.it/index2.php?content_id=17830&content_id_start=1
 
http://old.iuo.it/csb/Centrostudibuddhismo/Eventi/Voci/2010/3/26_Le_conferenze_del_Centro_Studi_sul_Buddhsimo_VII_ciclo_(2009-2010).html
 
http://www.unior.it/doc_db/doc_news_1924_12-03-2010_4b9a016d25aa8.pdf
 

Aniello Fioccola

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