Lingue berbere: ne parliamo con Anna Maria Di Tolla
Lingue berbere: ne parliamo con Anna Maria Di Tolla
Lingue di interesse cruciale, la letteratura orale ne costituisce un patrimonio culturale specifico. E non chiamateli berberi: meglio Imazighen
Professoressa Di Tolla, Lei si occupa, all’Orientale, di lingue e letterature berbere: da dove nasce l'interesse per tali culture?
“L’interesse è sorto nel periodo della realizzazione della tesi di dottorato. Lo studio riguardante la storia, la lingua e la cultura sviluppate a Sigilmassa, antica città oggi scomparsa, sorta nel Tafilalt, regione del Sud-est del Marocco, e denominata 'la città dell’oro', in ragione del commercio trans-sahariano, mi incuriosì. Quando visitai le vestigia di Sigilmassa, ho scoperto che, dall’antichità, le popolazioni berbere sono ancora insediate in quella regione.”
Perché è importante studiare le lingue e le letterature berbere oggigiorno?
“Le lingue berbere sono parlate da 15 a 20 milioni di persone. Dopo decenni di rivendicazioni per ottenere il riconoscimento della lingua e della cultura berbera, in Marocco, il berbero è insegnato in numerose scuole e, da qualche settimana, è divenuto lingua ufficiale. Il berbero si insegna anche in Algeria, nelle università di Bejaia e di Tizi Ouzou. Dagli anni Ottanta ad oggi, le mobilitazioni popolari nella regione algerina della Cabilia sono state protagoniste degli eventi della 'Primavera Berbera' nel 1980 e della 'Primavera Nera' nel 2002. Le rivendicazioni identitarie legate al riconoscimento del berbero sono una componente importante delle rivoluzioni democratiche della Tunisia, dell’Algeria, del Marocco e della Libia.”
Che differenze formali si riscontrano tra lingua araba e lingua berbera?
“La lingua berbera (tamazight) ha un suo antichissimo alfabeto, il tifinagh e, tradizionalmente, fa parte delle lingue camitiche, come l’egizio, le lingue ciadiche, la lingua hausa, ecc. La lingua araba fa parte della famiglia delle lingue semitiche.”
Come sono distribuite geograficamente le popolazioni che parlano lingue berbere? È possibile distinguere più varietà (diastratiche piuttosto che diatopiche)?
“I berberi non amano essere chiamati con questo nome che deriverebbe dal latino barbarus (i romani lo utilizzavano per indicare le popolazioni di lingua non latina); preferiscono chiamarsi con il termine berbero Imazighen. Essi sono gli abitanti autoctoni del Nord Africa e si distribuiscono su un territorio molto vasto dell’Africa mediterranea comprendente numerosi Paesi, da est verso ovest: Egitto (oasi di Siwa), Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Mauritania (è presente un gruppo berbero che parla lo zenaga), Mali, Niger, Burkina Faso (Tuareg); probabilmente anche i Guanci, antichi abitanti delle Isole Canarie, parlavano il berbero. In considerazione della vastità del territorio nordafricano, esistono numerose varietà dialettali del berbero.”
Quali sono i rapporti tra lingua standard e varietà berbera nei Paesi in cui le due lingue coesistono? Si registrano scambi, influenze, mutamenti?
“In tutto il Nord Africa si parlano fondamentalmente due lingue: il berbero (tamazight) e l’arabo dialettale. Sul piano linguistico, la lingua berbera e l’arabo dialettale si sono influenzati reciprocamente. Questi due modi di espressione si dividono lo spazio di comunicazione nel quotidiano, laddove coabitano le due comunità principali, berberofoni ed arabofoni.”
Lei si è occupata anche di patrimonio della lingua orale, con particolare riferimento alle donne e ai contesti familiari. In cosa si differenzia la lingua delle donne da quella degli uomini in tali ambienti?
“L’acquisizione e l'impiego della lingua berbera (tamazight) sono fortemente legati alle donne. La letteratura orale è profondamente femminile. La storia del Nord Africa, in generale, è stata costruita e continua ad esserlo da uomini e donne e tale realizzazione è stata veicolata attraverso le lingue scritte e la lingua orale. La letteratura orale, in gran parte femminile, costituisce un patrimonio culturale specifico delle comunità berbere. Prodotta, trasmessa e preservata dalle donne berbere, spesso caratterizzata dall’anonimato, la letteratura orale costituisce una memoria collettiva che supera i circuiti della conoscenza codificata. L’oralità attinge alla magia, al meraviglioso, al soprannaturale, ambiti in cui le donne sfuggono ai ruoli tradizionali: ciò testimonia che le donne possiedono una conoscenza che non è sempre l’appannaggio degli uomini.”
La cultura orale svolge un ruolo decisivo all'interno delle culture berbere. Pensa che questo patrimonio potrà essere facilmente conservato (con le stesse modalità) dalle generazioni future, oppure le cose stanno cambiando?
“La cultura orale, in quanto specificità delle società berbere, ha perpetuato l’omogeneità della comunità, ovvero 'la coesione identitaria'. In particolar modo, l’oralità ha svolto e svolge ancora, presso i giovani, un ruolo di vera formazione in settori diversi come le attività quotidiane, l'ambiente, gli usi e le abitudini in vigore nella società. L’oralità ha salvaguardato la lingua e le culture berbere dal processo di arabizzazione imposto dai governi arabi che si sono succeduti soprattutto all’indomani dell’indipendenza dal regime coloniale. Oggi, l’oralità è pienamente patrimonio delle letterature berbere e componente fondamentale per la standardizzazione della lingua. Inoltre, l’oralità, come la scrittura, si è evoluta. Le nuove dimensioni dell’oralità, rappresentate dai mass media e dai social networks, in particolare, Internet, le tivù e le radio locali nel Maghreb (Marocco e Algeria) che trasmettono in lingua berbera stanno svolgendo un ruolo molto importante per la diffusione della lingua e la conoscenza delle proprie radici culturali in uno spazio molto vasto e per l’evoluzione moderna della cultura orale nel Maghreb.”
Cosa pensa dell'attuale situazione politica in Maghreb? E dei risvolti per l'Italia?
“Il Maghreb sta vivendo una rivoluzione democratica per l’affermazione delle libertà e dell’uguaglianza dei diritti. È emblematica la situazione oggi in Marocco, laddove si sta procedendo verso una monarchia parlamentare e riforme strutturali che cambieranno il modo di vita dei marocchini. Il ruolo dell’Italia in questo momento è ridotto, a causa di scelte assunte in passato ma anche in tempi recenti.
Valentina Russo