L'Orientale per il Giappone: una meditazione civile

 

L'Orientale per il Giappone: una meditazione civile

Giorgio Amitrano

Una riflessione sul confronto improvviso con ferite ancora aperte

Professore Amitrano, in che cosa consisterà la serata che l’Orientale dedica al Giappone?

“La serata, che si intitola «Per il Giappone: una meditazione civile»,  sarà un’occasione per riflettere su ciò che è accaduto e sul significato di questa tragedia attraverso una serie di interventi che offriranno numerosi spunti di riflessione per gli ospiti. Tra questi ci sarà la lettura di alcune poesie da parte di attori affermati come Toni Servillo e Anna Bonaiuto. In effetti se l’incidente ha portato a determinati schieramenti, primo fra tutti pro/contro nucleare, ed ha suscitato quindi non poche polemiche, l’idea di questa serata era appunto una riflessione, o meglio una meditazione fatta di toni pacati. I brani che verranno presentati infatti saranno incentrati non solo sul terremoto, ma anche sulla letteratura antica e sulla bomba atomica: le ultime vicende che hanno toccato il Giappone hanno di fatti risvegliato il fantasma della bomba atomica, dopo circa 50 anni, mostrandoci dunque che si tratta di una ferita ancora aperta.”

Che contributo porteranno gli ospiti?

“Oltre che come momento di riflessione la serata si propone anche e soprattutto come un’occasione di solidarietà in cui verranno raccolti dei fondi per il Giappone. Quanto agli interventi, invece, ci saranno Franco Mazzei, docente qui all’Orientale, due importanti poeti quali Franco Marcoaldi e Antonella Anedda, che presenteranno componimenti creati proprio su questo evento. Avremo poi la proiezione di un cortometraggio di Alessandro Mavilio, un nostro ex-studente che ormai da anni vive e lavora in Giappone, la parte più spettacolare con Anna Bonaiuto e Toni Servillo, due dei più grandi attori italiani, e la partecipazione di Enzo Moscato, grande drammaturgo, attore e cantante a cui è stato chiesto, per l’occasione, di cantare delle canzoni giapponesi. Anche gli studenti, infine, saranno coinvolti ma questa è una sorpresa…”

Che lezione può trarre il nostro paese dalla tragedia che ha colpito il Giappone?

“Innanzitutto riflettere sulla questione nucleare: se un paese con un livello tecnologico e con la serietà del Giappone non è riuscito a prevedere o a intervenire, qui in Italia saremmo in grado di farlo? Ci pensavo proprio di recente mentre passeggiavo tra le montagne di spazzatura che ci sono in città. C’è da dire che comunque il Giappone si regge sulle centrali nucleari e quindi non si può dire, in maniera semplicistica, che il nucleare è sbagliato. Ad ogni modo la lezione è «riflettere!». Tra l’altro questa serata non avrà solo un tono funebre ma sarà una possibilità per trasmettere l’amore che abbiamo per questo paese, per mostrarne gli aspetti più belli. Sarà anche e soprattutto un omaggio al Giappone.”

Il servizio degli organi di informazione è stato adeguato?

“Devo dire di no! È stato molto allarmante e ho notato ad esempio che si è abusato del termine «apocalisse»: si è raggiunto un grado esagerato di drammatizzazione del tragico. Trattandosi appunto di una tragedia non è stato corretto da parte dei giornalisti «eccitare» il lettore. Un esempio è stato quello di un articolo, apparso su Repubblica, in cui si parlava di Tokyo come una città fantasma, di un esodo di 4 milioni di persone: si tratta di una serie di falsità in quanto l’evento è stato vissuto normalmente, e questo lo so per certo perché ero in contatto quotidiano con una serie di amici che si trovano lì in Giappone. Non capisco perché hanno pensato che in questo modo si sarebbero potute vendere più copie.”

La comunità italiana in Giappone è numerosa?

“La comunità italiana in Giappone è abbastanza numerosa, non saprei dare i dati precisi ma comunque questa è presente soprattutto a Tokyo e nella regione di Kansai. Devo dire che le reazioni sono state variegate: c’è chi ha risposto «alla giapponese» all’evento, e quindi con estrema calma, e chi l’ha presa «all’italiana», dunque con una serie di accuse e con un fuggi fuggi generale.”

Che lei sappia all’Orientale oltre alla serata che si terrà al Mercadante, si sono create altre occasioni di incontro su questo tema?

“Non credo. So che altri colleghi e alcuni studenti hanno organizzato iniziative di solidarietà ma si tratta di cose che all’interno dell’Università si sviluppano con una certa difficoltà organizzativa: gli eventi di raccolta fondi vanno fatti con estrema cautela. Il nostro incontro è probabilmente il primo ed è stato organizzato volutamente con un certo ritardo rispetto alla tragedia, per stimolare appunto la riflessione.”

Appuntamento: 5 maggio, ore 18, Teatro Mercadante di Napoli (Piazza Municipio)

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Link:
http://magazine.unior.it/ita/content/terremoto-giappone-le-testimonianze...

Francesca De Rosa